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Precipita con l’auto in un burrone non segnalato e muore, in tre a giudizio
VIBO VALENTIA – Era il 4 ottobre del 2011 quando Elisabetta Arena, di 21 anni, alla guida di una Fiat Punto, è sbandata precipitando in un burrone profondo circa 100 metri.
La giovane di Zungri, quel giorno stava percorrendo una strada che quotidianamente percorreva per raggiungere il posto di lavoro in un vicino villaggio turistico, sulla strada provinciale che collega il comune di Zambrone con quello di Parghelia. Oggi, tre persone sono state rinviate a giudizio per la sua morte. Il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli infatti, ha rinviato a giudizio Francesco Teti, dirigente della Provincia; Isaia Capria, responsabile del procedimento amministrativo, e Gianfranco Fabiano, titolare della Edil Fabiano, la ditta esecutrice dei lavori sulla strada provinciale. L’accusa, rappresentata dal Pm Vittorio Gallucci, ha sostenuto che quel 4 ottobre del 2011 la vittima era a bordo della sua automobile e stava percorrendo la strada provinciale quando il mezzo finì in un burrone perché non era stato segnalato che l’arteria viaria era chiusa per dei lavori in quanto danneggiata dal maltempo. Le tre persone rinviate a giudizio sono accusate a vario titolo di omicidio colposo, violazione di sigilli e falsità ideologica. Il processo inizierà il 12 giugno prossimo.
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