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Padre Fedele, la Cassazione rinvia ancora la sentenza
CATANZARO – La Corte di Cassazione ha rinviato a data da destinarsi la sentenza su Padre Fedele Bisceglia, l’ex frate francescano arrestato il 23 gennaio del 2006 perché accusato di “violenza sessuale ai danni di una suora”.
Suor T., fra l’altro dichiarerà: “Mi scaraventò sul letto e mi violentò”. A distanza di otto anni, non si riesce a scrivere la parola fine su questa delicata vicenda. Infatti, il francescano, ormai ex frate ed ex sacerdote, è stato già condannato in primo e secondo grado a nove anni e tre mesi di reclusione perché ritenuto colpevole. L’accusa si basa sulle testimonianze della suora violentata che, alla luce di un nuovo incartamento presentato a discolpa dall’avvocato Eugenio Bisceglia, potrebbe essere ritenuta inattendibile. La Corte di Cassazione doveva già pronunciarsi lo scorso mese di dicembre; decisione rinviata per “impedimento di un consigliere”. La stessa motivazione di oggi. Per essere precisi il procedimento è stato escluso dal ruolo “per impedimento del consigliere relatore”. Si tratta comunque di un fatto gravissimo che nuoce alla giustizia, alla chiesa ed al frate. Soprattutto a Padre Fedele che continua a dichiararsi innocente e, preventivamente, senza aspettare l’ultimo grado di giustizia, ritenuto “colpevole” e non “degno” di perdono dalla sua stessa chiesa, anche locale. A questo punto sorgono spontanee una serie di domande: E se fosse davvero innocente, se alla fine fosse assolto con formula piena, ? Cosa succederebbe? Gli sarà ridato il suo sacerdozio, la sua tunica, il suo cordone a tre nodi: “castità”, “obbedienza” e povertà? E, se fosse assolto che fine farà la suora che lo accusa: sarà “spogliata” delle sue vesti? E che fine farà quella parte di chiesa premurosa in questa occasione e silenziosa in altre? Domande che prima o poi dovranno trovare risposte anche nel ritardo della giustizia terrena. Certo nessuno potrà sfuggire a quella divina, specialmente chi si è macchiato o, ha continuato a nascondere i “delitti” consumati ai danni degli anziani, degli infermi e degli handicappati.
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