Morra pentito rivuole l’indennità e gli arretrati “mi servono per l’addetto stampa”

Nicola Morra replica e spiega la richiesta dell'indennità di presidente della Commissione Antimafia dopo l'articolo uscito sul Fatto Quotidiano
ARCAVACATA (CS) – “Il Fatto Quotidiano mi rivolge un forte attacco, accusandomi, anche con sarcasmo, di aver richiesto l’indennità di Presidente Antimafia, cui rinunciai per le regole del M5S. Dal Fatto nessuno mi ha chiamato per sapere come stanno le cose. Forse si è preferito fare felici i tanti nemici che, stando al pezzo ‘ancora si sfregano le mani perché la notizia è una bomba: l’ora di restituir pan per focaccia è infine giunta’. Come scrive Ilaria Proietti”. Così Nicola Morra scrive dalla propria pagina Facebook  per poi lanciare un video di replica all’articolo apparso sul Fatto Quotidiano.

Morra e l’iniziale rinuncia all’indennità

“Ecco come stanno le cose. E c’è poco da sfregarsi le mani – prosegue il senatore Morra. – L’indennità di funzione, per chi non lo sapesse, è una somma di denaro aggiuntiva allo stipendio di senatore, che viene data a chi ricopre incarichi come la presidenza di una Commissione. Io ho sempre rinunciato volontariamente a questa indennità di €1.300 nette al mese. Nel frattempo ho sempre restituito regolarmente anche la parte del mio stipendio che secondo le regole M5S avrei dovuto restituire. Ed anche ora accantono la stessa somma, invece di prendermi l’intero stipendio. Con le risorse che mi restavano, ci pagavo i miei collaboratori (un numero esiguo, ora ridotto a due). Il Movimento 5 Stelle, di cui facevo parte prima di essere espulso per non aver votato la fiducia a Draghi, mi aiutava prestandomi una figura professionale, part-time, da dividere con altri colleghi che avevano impegni di governo. Un addetto stampa”.

“Mi serve per un addetto stampa”

Dunque, “come Presidenza della Commissione Antimafia, avevamo un solo giornalista addetto stampa part-time e impegnato, giustamente, nelle attività del Movimento che lo metteva a disposizione, nei limiti del possibile (anche umanamente parlando, visto che questa persona si ritrovava prevedibilmente sommersa di lavoro). Avevo, infatti, chiesto – e lo possono confermare – ai capigruppo del M5S in Senato, Stefano Patuanelli prima e Gianluca Perilli dopo, di poter avere una figura professionale dedicata, come addetto stampa del presidente della Commissione Antimafia e della Commissione stessa, mettendo a disposizione del M5S l’indennità, da presidente appunto, di €1300. Non è stato possibile. Siamo andati avanti in quel modo.
Dunque, ora che non ho più un gruppo politico a “prestarmi” figure professionali e dovendo necessariamente assumere un addetto stampa che possa comunicare all’esterno il lavoro della Commissione Antimafia e le attività del presidente, ho chiesto di poter avere l’indennità che mi spetta, in modo da poterci pagare un lavoratore, un giornalista addetto stampa che comunicasse il lavoro fatto. E così, di conseguenza, forse i cittadini potranno tornare a conoscere un po’ di più il lavoro della Commissione Antimafia. A meno che non si voglia credere che non ce ne sia necessità”.
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