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Decesso Anna Fata: l’11 febbraio finirà lo scontro tra i periti?
COSENZA – Sfida tra periti. Ebbene sì, per stabilire se Anna Fata, 53enne cosentina, morta in ospedale, dopo un intervento chirurgico per un’ernia, è deceduta,
nel dicembre del 2007, per un errore medico e meno, bisognerà attendere che i due periti (quelli nominati dal gup e quelli scelti dal tribunale, ndr) smettano di farsi la guerra a suon di relazioni, dimostrando se i tre medici indagati: Carlo De Rose, Mario Tortorella e Pietro Aiello, vadano processati o meno. I periti scelti dal gup (Bonocore e Gallotta) hanno accertato che l’errore medico c’è stato e che la paziente, se fosse stata soccorsa in tempo, si sarebbe potuta salvare e, dunque, oggi sarebbe ancora viva. Ragion per cui, secondo il loro parere, i tre medici vanno processati per omicidio colposo. I loro colleghi, Ricci e Sacco, nominti, invece, dal tribunale, pur sostenendo la responsabilità medica dei tre sanitari, hanno evidenziato come, anche se l’intervento fosse stato eseguito in maniera perfetta, la donna avrebbe avuto poche possibilità di salvarsi, a causa delle sue non perfette condizioni di salute. Proprio per questo motivo, nella speranza che si arrivi ad una perizia definitiva, il gup Giusy Ferrucci, ha concesso ai periti un’ulteriore termine, fissando l’udienza, al prossimo 11 febbraio. Un rinvio che, se da un lato fa tirare un sospiro di sollievo ai tre medici indagati e ai loro avvocati (Franz Caruso, Sergio Calabrese, Assunta Lucanto e Cipparrone), sempre convinti dell’assoluta innocenza dei loro assistiti, dall’altro gli avvocati dei familiari di Anna Fata, costituitisi parte civile, non hanno accettato l’idea del rinvio. L’avvocato Maurizio Vetere che assiste il marito di Anna Fata, due suoi figli, il fratello, una sorella e la mamma, è sempre convinto che il decesso di Anna Fata poteva essere evitato e, pertanto, chiede giustizia. Lo stesso legale cosentino, inoltre, ha citato in giudizio, come responsabile civile anche l’Azienda ospedaliera, che è assistita dall’avvocato Francesca Stancati. Anche il legale Angela D’Elia che assiste un altro fratello di Anna Fata, spinge per il processo dei tre medici. Una terza figlia della paziente, invece, è assistita dagli avvocati Franco Sammarco e Marco Amantea. Dunque in questa disparità di lettura e relazione delle perizie, secondo i periti del gup le responsabilità dei tre medici sono prettamente di natura penale, secondo quelli del tribunale, la responsabilità è, invece, di carattere esclusivamente civile. Cosa succederà? Il verdetto finale, come detto, uscirà il prossimo 11 febbraio.
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