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Vaccini, Calabria resta ancora al palo con il 58,7% delle dosi somministrate

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Vaccini, Calabria resta ancora al palo con il 58,7% delle dosi somministrate

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Mentre il dato complessivo nazionale è salito al 74% di dosi somministrate la Calabria resta ancora ultima con poco più del 58% delle dosi somministrate.

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COSENZA – Sono 193.580, secondo gli ultimi dati disponibili sul sito internet del Governo, le dosi di vaccino anti Covid consegnate alla Calabria, mentre 113.642 sono quelle somministrate, pari al 58,7%. Il dato complessivo nazionale è del 74%. La Calabria è ultima, preceduta da Liguria (64%) e Umbria (66,5%). Nella regione è in corso la campagna vaccinale degli ultraottantenni, che nei giorni scorsi aveva fatto registrare disfunzioni con attese di diverse ore per gli anziani in attesa del farmaco, come si è verificato a Palazzo Campanella di Reggio Calabria. E non mancano le segnalazioni relative all’esclusione di portatori di patologie particolari dalla categoria delle persone fragili.

“Il sistema di vaccinazione anti Covid-19, recentemente partito nella nostra regione per le persone appartenenti alle cosiddette ‘Categorie Fragili’ – dice il consigliere regionale Graziano Di Natale – presenta ulteriori defezioni tutt’altro che di poco conto. In particolare, al momento, non vi è posto per la somministrazione alle persone con sindrome di Down. Tra le categorie fragili maggiormente a rischio, quella dei portatori della sindrome di Down – aggiunge – risulta di particolare importanza considerati i problemi fisici, soprattutto cardiaci, di cui già questi pazienti soffrono, oltre a tante altre difficoltà. Il tutto si andrebbe a complicare in caso di positività da Covid. Lo stato di disagio che quotidianamente queste persone vivono dovrebbe suggerire massima attenzione da parte della Regione ma, clamorosamente, quest’ultima avrebbe escluso questa categoria di persone tra quelle da vaccinare al più presto”.

Spirlì “ci stiamo riorganizzando. I territori recepiscano le direttive”

Sui ritardi nelle vaccinazioni era intervenuto questo pomeriggio il presidente f.f. della regione Spirlì. Ha parlato di “ritardi che accomunano tutte le regioni italiane e che la Calabria è la prima regione ad aver dato il via libera alla vaccinazione dei soggetti fragili compresi i conviventi e gli accompagnatori delle persone fragili”. Spirlì ha evidenziato che “con l’unità di crisi stiamo organizzando le vaccinazioni in modo ancora più accurato e con la nomina di Figliuolo al posto di Arcuri, si sta riprogettando e riorganizzando tutta la catena delle vaccinazioni per dare un’accelerata alla somministrazioni delle dosi. Dobbiamo dare il tempo a chi si occupa delle vaccinazioni di potersi organizzarsi. Se ci sono dei ritardi a livello locale occorre denunciare alla magistratura e all’Asp perché la Regione ha dato delle indicazioni chiare e lo dovete pretendere. Chi vi dice che non sa nulla deve essere segnalato. Ognuno è informato sul proprio dovere e se vi dice altro si sta tirando fuori dal proprio dovere”.

Irto (Pd) “uno scandalo la Calabria in fondo alla classifica”

Chi ci va giù duro è il neo candidato alle regionali del Pd Nicola Irto ” Spirlì la smetta di perdere tempo su Facebook al decimo piano della cittadella e inizi finalmente a occuparsi dei vaccini. Magari prenda l’ascensore e scenda fino al terzo piano del palazzo regionale, dove il commissario Longo è costretto a combattere da solo contro un sistema che non funziona. La Calabria è scandalosamente in fondo alla classifica per numero di dosi somministrate. Quasi la metà dei quantitativi destinati alla nostra regione giace nei frigoriferi mentre i calabresi si ammalano“. Commentando i dati più aggiornati, diffusi dal governo, sulla situazione della campagna vaccinale in Italia, Irto evidenzia come “la Calabria sia fermi al 58,1%. E tutto questo – prosegue – dimostra che la sanità regionale non riesce a compiere uno scatto in avanti neppure in occasione della più delicata campagna di profilassi dell’ultimo secolo. Sappiamo che il presidente leghista ff ha altre priorità, come sfornare nomine illegittime in regime di ordinaria amministrazione. Ma il problema che stiamo affrontando è troppo grande e troppo grave. La giunta regionale si svegli e acceleri sui vaccini ai calabresi, a cominciare dalle fasce d’età e dalle categorie più a rischio”.

Tansi “con Spirlì abbiamo pane ma non i denti”

Il piano vaccinale in Calabria è l’emblema di quanto in questa regione non vada. Non funzioni, insomma, per il verso giusto. E non solo e non sempre per la mancanza di mezzi o l’arretratezza delle infrastrutture. Nossignore. Perché ci sono pure i casi in cui si dispone sia dei primi che dei secondi, ma difettano l’organizzazione e le competenze per centrare un qualunque obiettivo prefissato. In qualsiasi campo e purtroppo, qui da noi, spesso nell’ambito più delicato e prioritario che esista: la Sanità. Una realtà amara. Molto amara. Che si traduce nella fotografia impietosa di una terra in cui vale sovente il vecchio adagio di chi ha il pane, tuttavia non i denti per mangiarselo e quindi muore di fame”. Lo afferma in una nota Carlo Tansi. “E succede ahimè – prosegue – a una Calabria che nell’autunno scorso ha subìto innumerevoli restrizioni imposte dal Covid non perché avesse un indice di contatto parecchio elevato bensì per la scarsità di posti disponibili in Terapia Intensiva, sebbene il tempo a disposizione per reperirli o crearli ex novo. Un danno grave che però non è servito da monito all’attuale governatore Nino Spirlì, in carica al posto della povera Jole Santelli, adesso ancora in difficoltà per la faccenda dell’incapacità di gestire la fase di somministrazione del vaccino antivirus. Una lacuna che ci fa correre il concreto rischio di ripassare dal giallo all’arancione, con quanto ne consegue in termine di rinunce e privazioni per la popolazione, nella gamma di colori da cui si evince il livello di pericolo da Coronavirus per i cittadini”. “Una minaccia per la salute pubblica, aspetto prioritario – conclude Tansi – ma anche un freno alla nostra libertà personale e alla capacità di produrre reddito per moltissima gente. Un problema mica da ridere per chi non ha uno stipendio fisso o comunque degli introiti abbastanza garantiti. In compenso, però, in questa regione abbiamo un ‘simpatico’ presidente imbullonato alla poltrona ben oltre i limiti e la scadenza naturale del suo mandato da…tecnico proprio dall’emergenza Sars-Cov-2, che oggi è impegnato a Roma con il capo Matteo Salvini per farsi dettare la linea da seguire. Un modo di agire che definire fallimentare è poco”.

Sapia “Governo dia risposte sui ritardi in Calabria”

Chi invece chiede spiegazioni sui ritardi, invocando l’intervento del Governo è il deputato Francesco Sapia (Misto, Alternativa c’è), della commissione Sanità. “Il governo Draghi deve risposte immediate alla Calabria, che sulle vaccinazioni registra ritardi gravissimi e ingiustificabili. Le dosi dei vaccini restano nei congelatori dei 4 ospedali hub della regione e ancora non ci sono fatti concreti, al di fuori delle chiacchiere e dello scaricabarile. Gli anziani, i malati con patologie serie e i loro conviventi non possono attendere altro tempo”.

“Anche la Regione Calabria guidata da Nino Spirlì – prosegue – non può scaricare le proprie responsabilità. Spirlì faccia meno dirette Facebook e si concentri sulla realtà, anche intervenendo sull’immobilismo cronico del dipartimento Tutela della salute, diretto dal dottor Francesco Bevere. Servono misure immediate per tutelare i più soggetti più vulnerabili e garantire loro le vaccinazioni in piena sicurezza. Ancora una volta, di fronte alla disorganizzazione generale della Sanità calabrese stanno attivandosi alcuni sindaci coscienziosi, ma questo non è sufficiente. In Calabria i contagi aumentano e già ci sono casi di variante inglese, che, come noto, si diffonde con grande rapidità. Gli esperti sono preoccupati ma né il commissario Longo, né il sostituto presidente Spirlì né i commissari delle aziende sanitarie provinciali mostrano decisionismo e coordinamento”. “Inoltre – conclude Sapia – non si capisce perché in questo momento di crisi il governo Draghi non si sbrighi a nominare dei sub-commissari che affianchino Longo, responsabile delle attività di contrasto del Covid ma lasciato praticamente da solo”.

 

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