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La risonanza magnetica ‘promessa’ in campagna elettorale è ancora nel cellophane
Dal 18 Aprile doveva essere in funzione, ma in realtà nei locali non c’è neanche il pavimento.
ROSSANO – Sanità e campagna elettorale. Ancora ‘promesse disattese’ dopo le regionali che hanno portato Mario Oliverio ad essere eletto governatore della Calabria. La denuncia arriva dalla sibaritide, da Rossano dove è in corso un’accesa campagna elettorale per rinnovare l’amministrazione comunale. “Perché sostenere che l’ospedale di Rossano sarà dotato di una nuova risonanza magnetica dal 18 aprile, – chiede in una nota al vetriolo il candidato sindaco di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Ernesto Rapani – quando i locali dove sarà ospitato il prezioso macchinario sono tutt’altro che conclusi? E finanche fosse, ma non lo è, perché fornire alla stampa, con tutta questa fretta la notizia secondo la quale “da lunedì prossimo 18 aprile l’ospedale di Rossano sarà dotato di una nuova strumentazione per la risonanza magnetica nucleare”? E’ vero, il macchinario è lì, incellofanato, esposto peraltro in bella mostra, i con muri esterni dei locali senza finestre. C’è la macchina, ma è ben lungi dall’entrare in funzione: le pareti dei locali sono ancora grezze, non c’è pavimentazione ma, soprattutto, ci ha spiegato qualche tecnico, prima che vada in funzione, ovviamente, si dovranno concludere i lavori e saranno necessari i collaudi. Tempo stimato, ben che vada, dai tre ai quattro mesi. Se la memoria non ci inganna, la storiella della risonanza annunciata, seppur oggi sia piuttosto prossima ad addivenire, l’avevamo ascoltata durante la campagna elettorale delle ultime elezioni regionali. Da allora ne sono passati di anni.
Poi, già che eravamo in loco, siamo andati a visionare i lavori del laboratorio analisi, come noto, fuori uso dall’estate scorsa a causa di un incendio. Ebbene, ad oggi il laboratorio analisi, anch’esso annunciato di prossima apertura e con i lavori già conclusi, ci dicono fonti attendibili che necessiti ancora dell’istallazione di tutto l’impianto elettrico interno ai locali. Tempi? Siamo in Calabria. Insomma, – afferma Rapani – capiamo bene che lo spoke di Corigliano-Rossano non abbia un fabbisogno di circa 100 unità lavorative, ma pretendere equità, ci sembra il minimo. Per questo diciamo basta. Basta alle prese in giro, basta baggianate che, pur avendo le gambe corte, ricadono poi sull’utenza finale, quei cittadini che bramano un servizio sanitario adeguato e moderno. In più ci sono da evidenziare alcuni paradossi: perché un anziano che accusa un malore all’interno dell’ospedale non può essere soccorso immediatamente, pur circondato da medici, ma deve attendere la chiamata e l’intervento al 118 che arriva da Corigliano? Perché l’ambulatorio prelievi è al quinto piano ed il laboratorio analisi, quando sarà pronto, al primo? Misteri. Il tutto mentre decreto di revisione della rete ospedaliera, tanto criticato da tutti, è stato valutato positivamente dal ministero. Ciò significa che se le direttive prevedono due spoke per la provincia di Cosenza, uno fra quelli di Paola-Cetraro, Castrovillari e Rossano, dovrà essere depotenziato”.

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