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Il truffatore “premiato”, i clienti ripuliti e l’interrogazione parlamentare

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Il truffatore “premiato”, i clienti ripuliti e l’interrogazione parlamentare

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COSENZA – Il signore della truffa. E’ questo l’identikit con cui la magistratura cittadina ha “nominato” Umberto Palladini, autore della truffa perfetta

che l’assicuratore ha messo a segno nei confronti di dieci clienti dell’agenzia Allianz Ras di Cosenza. L’assicuratore, finito sotto inchiesta, ha pagato i suoi debiti con la giustizia, scegliendo la strada del patteggiamento, concordando con il pm, titolare del’inchiesta, la condanna a un anno e undici mesi, nonchè al pagamento di seicento euro di multa. Una condanna-premio, la si potrebbe definire, considerate le gravità delle accuse: truffa e appropriazione indebita. La storia dell’assicuratore, la riprende il collega Pablo Petrasso, sulle colonne del “Corriere della Calabria”, diretto da Paolo Pollichieni e impegnato in prima linea nel giornalismo d’inchiesta.

IL PROFILO – Di professione faceva l’agente assicurativo. In maniera un po’ “particolare”: dal 2006 al 2009, infatti, ha rastrellato tra quei clienti più di un milione di euro (esattamente un milione e 60mila euro), cifra che corrisponde ai premi assicurativi versati. In cambio dei quali ai dieci malcapitati sono state consegnate polizze assicurative valide ma fatte risultare come“stornate”, vale a dire annullate. Oggi la storia di quella truffa finisce in una interrogazione a risposta scritta per il ministero dell’Economia e delle Finanze, il cui primo firmatario è Ernesto Carbone, parlamentare cosentino (ma eletto in Lombardia) del Pd. L’atto, oltre a illustrare le ragioni tecniche di quello che, per dieci famiglie cosentine, è stato un vero e proprio calvario, chiede al ministro «quali iniziative urgenti intenda adottare nei confronti dell’Allianz e dell’Ivass (l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni ndr) affinché sia garantita, nel caso di specie, l’applicazione della vigente normativa e, più in generale, quali misure intenda predisporre onde evitare il reiterarsi di altri simili episodi a danno dei consumatori».

LA STORIA – Il meccanismo della truffa è semplice. Si chiede al cliente di sottoscrivere una polizza, si riscuote il premio e poi gli si fornisce un titolo che risulta “stornato”, annullato. Carbone ricorda, però, che l’operazione di “storno” «può essere consentita solo previo ritiro della cosiddetta “copia cliente” e con l’autorizzazione della direzione generale della compagnia che deve accertare la regolarità dell’operazione compiuta dall’agenzia periferica, nel corso delle ispezioni periodiche a cui è tenuta ex lege». Dunque, se Paladini è riuscito nell’intento di truffare i clienti « mediante la registrazione di false operazioni di storno, evidentemente la compagnia Allianz spa. non ha effettuato alcuna attività di controllo e vigilanza». C’è di più: la compagnia avrebbe «consentito al signor Paladini di esercitare, nell’ambito della propria organizzazione, l’attività di agente assicurativo e promotore finanziario fino ai primi giorni di febbraio 2009, nonostante, fin dal 2006, fosse a conoscenza che quest’ultimo non era più in possesso del prescritto requisito di onorabilità, essendo risultato insolvente nei confronti della Borgo San Felice srl, società controllata dalla stessa Allianz spa,, della somma di 19.032,19 euro». Alla fine del percorso giudiziario, però, la compagnia assicurativa ha negato ai truffati la restituzione degli importi investiti. Se ne sono lavati le mani, insomma. In particolare, un ex cliente, l’ingegner Giovanni Credidio, che aveva investito 216mila euro in una polizza farlocca, «si è visto opporre il rifiuto del dovuto rimborso da parte della compagnia sulla scorta di inverosimili motivazioni, quale quella secondo cui le polizze sarebbero state impagabili in quanto risultate “stornate per mancato perfezionamento” quando, di contro, il tribunale penale ha accertato che l’agente registrava false operazioni di storno dei versamenti dei clienti, evitando in tal modo di dover inviare i relativi assegni presso la sede centrale e facendoli propri».

IL RUOLO DELL’IVASS – Credidio, per cercare di recuperare la somma “scomparsa” ha presentato anche un reclamo all’Ivass, «reputando – continua l’interrogazione – che tale organo di controllo, appositamente preposto per legge, sarebbe sicuramente intervenuto per garantire il rispetto delle norme giuridiche, sollecitando la piena assunzione di responsabilità da parte dell’Allianz Spa». Ma, in due anni di istruttoria, l’Ivass si è limitata a involtrare all’Allianz « stringate missive di richiesta di meri chiarimenti sulla vicenda in questione, senza mai nemmeno censurarne il contegno manifestamente dilatorio e lesivo dei diritti del reclamante». Tra l’altro, con il reclamo in corso, l’ingegnere truffato non può neppure promuovere una causa contro la compagnia. Dunque, ha perso, oltre al denaro, anche due anni utili per cercare di ottenere un risarcimento. Il tutto perché, secondo i firmatari del documento, l’Istituto di vigilanza «risulta, di fatto, assoggettato alle compagnie assicuratrici che, in forza del preponderante potere economico detenuto, esercitano un’influenza certamente maggiore rispetto a quella prodotta dai singoli consumatori». Che dire: la truffa perfetta, resta senza giustizia.

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