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Cosenza, i tifosi scrivono al sultano
COSENZA – Emiro, c’è posta per te. I tifosi del Cosenza, capitanati dall’avvocato Antonello Aprile e dal super sostenitore silano,
Antonio Bruno, cosentino di nascita ma anconetano d’adozione, diverse settimane fa, si erano messi in testa un’operazione salvataggio del Cosenza, davvero ambiziosa. Quella di interessare un ricchissimo sceicco, il sultano del Quatar, Hamad Bin Khalifa Al-Thani, proponendogli di rilevare la maggioranza assoluta del pacchetto societario silano. La proposta, dopo aver incassato il parere favorevole dello zoccolo duro della tifoserie silana, ha continuato ad ottenere nuovi consensi ed altrettanti “mi piace”, da chi del Cosenza, relegato nell’anonimato della serie D e, con all’orizzonte, nessuna concreta possibilità di ritornare nell’Olimpo del calcio che conta, non ne può davvero più. L’idea che un emiro, tra l’altro con interessi nel calcio, soprattutto nel Paris Saint Germain, nel Malaga e con una forte sponsorizzazione con il Barcellona, potesse accogliere la proposta della tifoseria silana, se da un lato ha trovato tanti sostenitori, dall’altro non ha conquistato le simpatie di tanti altri, soprattutto quelli che, dai tempi della serie B e del lungo interregno “pagliusiano”, oppure da quel tragico e funesto 2003, il fatidico anno della famosa X sui calendari, al posto dei rossoblù, ha perso non solo le speranze di vedere di nuovo i Lupi affacciarsi al balcone delle grandi del calcio, ma ha anche ammainato per sempre bandiera e vessillo, riponendo sciarpe e ricordi nei cassetti e disertando il San Vito. Da quel lontano 2003, di anni ne sono passati tanti, ben tredici per l’esattezza, ma la musica da allora non è cambiata. Tra alterne fortune, ambiziosi programmi di rilancio della pedata cittadina, imprenditori e presidenti succedutisi alla guida del club, ma miseramente ricordati come abili venditori di fumo, il Cosenza ha finito per perdere più di una volta la chance per rientrare dalla porta principale nel calcio che conta. Molte stagioni si sono concluse in maniera anonima, molti giocatori, pagati fiori di quattrini e portati in riva al Crati, con l’obiettivo primario di aiutare i Lupi a ritornare ad “azzannare”, si sono rilevati autentici bidoni che, di buono, in fatto di successi e di ambizioni, hanno fatto poco o, quasi nulla. Oggi, così come dal luglio del 2011, il Cosenza, è nelle mani della cordata più criticata, chiacchierata, bandita, che ci sia. Anche quel progetto di rilancio del calcio cosentino, programmato a tavolino dal sindaco Mario Occhiuto, con l’affidamento del Cosenza ad un plotoncino di nove coraggiosi imprenditori, oggi scricchiola sempre di più. Se a tutto questo, si ci aggiunge l’uscita repentina di scesa di ben sette imprenditori, precipitatisi all’epoca al capezzale del Cosenza, la separazione di fatto in casa tra l’area tecnica e quella societaria (a nulla valgono, le rassicurazioni dei diretti interessati che va tutto bene, ndr), le incomprensioni con la Macron per quel che riguarda la questione dell’abbigliamento non pagato, l’abbandono dell’addetto stampa Patrizia de Napoli e la sempre più scarsa partecipazione del pubblico sugli spalti del San Vito, il quadro che ne esce fuori è davvero desolante e quel che è peggio, non fa intravedere davvero nulla di buono all’orizzonte. Ecco che allora per provare a dare una svolta, l’avvocato Antonello Aprile ha deciso di fare il grande passo. E quella proposta all’emiro, l’ha fatta davvero, inoltrandogli una lettera, tradotta rigorosamente in inglese. Ora si aspetta solo che Hamad Bin Khalifa Al-Thani, legga la missiva e faccia sapere cosa ne pensa.
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