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Udc: Cesa s’accomoda sulla “poltrona” di Occhiuto

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Udc: Cesa s’accomoda sulla “poltrona” di Occhiuto

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COSENZA – L’escluso di lusso. Il tira e molla tra l’Udc e il suo parlamentare di riferimento, Roberto Occhiuto, dopo giorni di

snervante attesa e infiniti calcoli, s’è concluso con la vittoria di Lorenzo Cesa che, opta per il seggio calabrese, soffiando la poltrona al suo collega di partito. A darne notizia è lo stesso Roberto Occhiuto che, sul suo profilo Facebook ha scritto: “Non sarò più parlamentare. Cesa ha infatti deciso di optare per il seggio in Calabria. Ringrazio di cuore gli elettori e tutti gli amici che mi hanno sostenuto. Continuerò il mio impegno nel partito e in politica, perché non abbandono il campo né quelli che credono in me. Avanti, la vita continua!”. Roberto Occhiuto ha scelto il più popolare dei social network per ufficializzare la sua (inaspettata) estromissione da Montecitorio. Nessuno alla vigilia avrebbe scommesso un centesimo sul fatto che il segretario nazionale del partito optasse per il seggio in questa regione dove l’Udc ha conseguito il secondo miglior risultato elettorale di tutto il Paese”.

Festeggia e ringrazia per la decisione del leader centrista, il deputato pugliese Angelo Cera, che come Occhiuto era in bilico per una riconferma alla Camera. A far pendere la bilancia in suo favore potrebbe essere stata la troppa vicinanza di Occhiuto al leader Pier Ferdinando Casini. Una vicinanza mal digerita da Cesa, che negli ultimi tempi è entrato più volte in contrasto con l’ex presidente della Camera. La domanda che, con insistenza, gira negli ambienti politici vicini agli esponenti di spicco, calabresi e non dello scudo crociato, è: e ora cosa succederà? Bella domanda,a cui, almeno per il momento, è impossibile provare a dare risposte, soprattutto perchè il gotha del partito ha scelto, per adesso, la strada della riflessione, rinviando ad altra data il momento dei calcoli, delle polemiche e forse delle lotte intestine e dei processi Il colpo di scena è arrivato al termine di un summit romano (andato avanti per tutto il pomeriggio) tra lo stesso Cesa, Occhiuto e Cera. In queste ultime ore dalla Calabria era arrivata, nella sede di via Due Macelli, una lettera indirizzata ai vertici nazionali in cui si chiedeva di garantire rappresentanza parlamentare a questa regione. Tradotto: il posto alla Camera per Occhiuto.

“Le ultime elezioni politiche, pur nelle difficoltà riscontrate dal partito su tutto il territorio nazionale, hanno dimostrato – scrivono i rappresentanti del partito in Calabria – il forte radicamento dell’Udc calabrese, che ha ottenuto una percentuale tra le più alte in Italia. Il risultato raggiunto è frutto del clima di equilibrio che è stato faticosamente costruito negli ultimi anni all’interno del nostro partito regionale. Per tali ragioni vi invitiamo a considerare nella scelta relativa alle opzioni tra le regioni da premiare l’unico criterio oggettivo che è quello stabilito nell’ultimo Consiglio nazionale prima delle elezioni, quando si decise che avrebbero conservato il seggio parlamentare le regioni nelle quali ci sarebbe stata la percentuale più alta. Non ci permettiamo di esprimere valutazioni sulla qualità del lavoro parlamentare dei deputati potenzialmente subentranti, perchè questi argomenti è giusto che vengano affermati da chi come voi vorrebbe rilanciare l’attività del partito partendo dal criterio del merito. Vi segnaliamo, però, che Occhiuto, a nostro giudizio, ha espresso con competenza e abnegazione un impegno parlamentare che merita di essere considerato. 
Ci corre l’obbligo di informarvi – concludevano nella lettera gli esponenti calabresi dell’Udc – che la decisione di escludere la Calabria dalla rappresentanza parlamentare non sarebbe in alcun modo compresa dai nostri elettori”.

Primo firmatario della lettera era il segretario regionale, Gino Trematerra. Seguivano le firme dei segretari provinciali di Cosenza, Gino Pagliuso; di Catanzaro, Salvatore Mazzotta; di Crotone, Giulia Magari; di Vibo Valentia, Iconio Massara, e del commissario provinciale di Reggio Calabria, Francesco Candia. Tutte parole al vento, alla luce della decisione di Cesa.

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