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Sanità, viaggio nel girone dantesco dell’ufficio ticket dell’Annunziata
COSENZA – Encefalogramma piatto. E’ questo il bollettino medico-diagnostico sul sistema sanitario calabrese. Che il settore fosse un malato terminale lo si sa da tempo ma che nessuno intervenga con le cure appropriate fa scandalo ancora di più. L’ultima metastasi s’è sviluppata nell’ufficio ticket dell’ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza, autentico polmone economico per le casse del nosocomio. I tanti utenti, da ogni parte della città e del vasto territorio provinciale che arrivano negli uffici su indicati restano, loro malgrado, “prigionieri di un farraginoso intrigo burocratico-amministrativo ed organizzativo che, qualora ce ne fosse bisogno, è l’ennesima radiografia di un sistema malato. Gli addetti agli sportelli sono pochi per rispondere alle richieste di chi, quotidianamente, necessita del pagamento del ticket, della prenotazione di una visita, del ritiro di un referto o di qualsiasi altro bisogno di cui risponde l’ufficio. Per non parlare dell’assoluta mancanza dell’impianto di climatizzazione che rende i locali dell’ufficio luoghi “bollenti” e “caotici” paragonabili ad uno dei tanti gironi di dantesca memoria. Il nuovo allarme viene sollevato e lanciato dalle organizzazioni di categoria e dalle associazioni a tutela dell’utenza, scesi al fianco di chi vive, proprio sulla sua pelle, i disagi. «Sì un girone dantesco, l’assonanza è più che azzeccata, qui sono stipati, come figli di nessuno, uomini, donne. C’è assoluta mancanza di rispetto verso chi soffre. Ci sono persone anziane, molte delle quali provenienti dalla provincia, che partono alle prime luci dell’alba per sperare di trovare un posto in prima fila. Ci sono persone che fanno la corsa, quasi come per un’entusiasmante gioco a premi, a prendere il biglietto numerico vincente. Un biglietto che, però, tarda a comparire sui display dell’ufficio. Sì – dicono amaramente – perché la lentezza degli addetti alle sportello è interminabile. Certo, buttare la croce addosso a loro non è la soluzione. Se facessimo questo discorso daremmo vita ad un’autentica ed inutile guerra fra poveri». Mentre la sala d’attesa si continua a riempire di utenti, l’unica guardia giurata, in servizio sul posto, è costretto ad alzare bandiera bianca, informando la sala operativa della necessità urgente di aver bisogno di rinforzi o lanciando l’sos agli agenti del posto fisso di polizia, di turno nella postazione sita all’interno dell’Annunziata. «Così non si può andare avanti – riprendono gli utenti. E’ inutile fare tanti proclami sullo stato di salute della sanità di casa nostra, se poi i risultati sono questi. Per ottenere una cartella clinica – dice qualcuno – si finisce di perdere la pazienza. Fila al ticket per il pagamento della tassa di ritiro, con il serio rischio di non riuscire a pagarla, fila all’ufficio preposto per il ritiro del referto, con il rischio certo che la cartella non è pronta, nella totalità della sua documentazione interna o, come capita spesso, è priva delle necessarie firme di chi di dovere. Per non parlare del taglio delle risorse, delle carenza di posti letto, della chiusura dei reparti, dell’assenza di personale, senza dimenticare estenuanti attese per prenotare una visita specialistica o un esame urgente, e di tutto il resto. E i nostri politicanti che fanno? Semplice – concludono amareggiati gli utenti – dicono che va tutto bene. Ovviamente va tutto bene per loro. Ma a noi, utenti chi ci pensa?». Urge una risposta. Il tempo del silenzio e della politica approssimativa e distratta ai bisogni della collettività non serve. A nessuno.
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