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Raffica di sequestri ‘ambientali’ nel cosentino, sigilli a tre depuratori e otto discariche (FOTO)

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Raffica di sequestri ‘ambientali’ nel cosentino, sigilli a tre depuratori e otto discariche (FOTO)

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Ispezioni e controlli hanno portato alla scoperta di diversi reati ai danni dell’ambiente e della salute pubblica.

ROSSANO (CS) – Prosegue l’attività di vigilanza e controllo della Guardia Costiera di Corigliano Calabro sul litorale di competenza e nell’entroterra, per la tutela dell’ambiente. Nei giorni scorsi il personale della Capitaneria di porto ha eseguito una serie di ispezioni e controlli a depuratori comunali e di privati nonché ad aree con segnalate criticità ambientali. Nel territorio di Rossano sono stati ispezionati anche i depuratori nelle località Seggio e Piragineti. Poiché il non corretto funzionamento degli stessi causava il deturpamento dei torrenti Coserie e Cino Piccolo gli impianti sono stati sottoposti a sequestro penale ed affidati alle ditte incaricate della manutenzione per la soluzione dei problemi riscontrati.

 

Nel territorio di Scala Coeli invece è stato accertato che l’impianto di depurazione sito in località Ranieri risultava fermo ed i reflui in ingresso allo stesso venivano di fatto sversati nel vallone Miceli, che si presentava gravemente deturpato. Anche per questo impianto sono scattati i sigilli. In tutti e tre i casi i responsabili a vario titolo delle Amministrazioni comunali e delle ditte incaricate della manutenzione sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria. Inoltre sono stati individuati otto depositi incontrollati di rifiuti speciali pericolosi e non, costituiti in molti casi da ingenti quantitativi di amianto smaltito illecitamente.

 

Le aree interessate ricadono in diversi Comuni quali Corigliano Calabro, Pietrapaola, Rossano, Spezzano Albanese, Trebisacce, Amendolara e Cariati per un totale di circa 11.000 metri quadrati. I terreni sono stati sottoposti a sequestro penale ed affidati in custodia giudiziaria, per le successive azioni necessarie per la bonifica, ai responsabili dell’ufficio ambiente dei Comuni competenti per territorio. In quasi tutti i casi, le discariche abusive erano state allestite lungo gli argini o in prossimità di foci di fiumi e torrenti e comunque in zone tutelate da vincolo paesaggistico ambientale.

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