Il vaccino di AstraZeneca è stato approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) con l’indicazione per l’utilizzo preferenziale dai 18 ai 55 anni. È il terzo vaccino anti-covid a ricevere il via libera. Boccia “a febbraio arrivano altri 4 milioni di vaccini che si sommano ai 2 già arrivati”
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COSENZA – Da oggi anche l’Italia potrà contare sul vaccino AstraZeneca. Il via libera dell’Aifa, con l’indicazione per utilizzo preferenziale a persone tra i 18 e i 55 anni, dà di fatto il via al primo step per la vaccinazione di massa, come ha sottolineato lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, parlando di “fase espansiva” del piano. Con l’arrivo dei nuovi sieri, infatti, l’Italia potrà contare su ulteriori 3,4 milioni di dosi entro il primo trimestre dell’anno, in attesa che Pfizer e Moderna recuperino a marzo i tagli annunciati nei giorni scorsi. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato il vaccino di AstraZeneca “per la prevenzione della malattia Covid-19 nei soggetti al di sopra dei 18 anni, come da indicazione Ema” e aggiunge che, “nel tentativo di contestualizzare le migliori condizioni di utilizzo di questo vaccino rispetto agli altri vaccini disponibili (BioNTech/Pfizer e Moderna) e sottolineando che una valutazione conclusiva potrà avvenire solo al termine degli studi clinici in corso”, la Commissione Tecnico-Scientifica ha suggerito “un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA messaggero nei soggetti più anziani e/o più fragili” e “un utilizzo preferenziale del vaccino AstraZeneca, in attesa di acquisire ulteriori dati, in soggetti tra i 18 e i 55 anni, per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide“. Restano così confermati i dubbi sull’efficacia di questo vaccino AstraZeneca per i soggetti più anziani, vista la scarsità di pazienti di quelle fasce di età arruolati negli studi clinici. Aspetto sottolineato anche dall’Ema, che tuttavia ha autorizzato il vaccino in Ue per tutti i soggetti sopra i 18 anni. ‘A febbraio arrivano altri 4 milioni di vaccini che si sommano ai 2 già arrivati. Devono essere garantiti e soprattutto noi dobbiamo somministrarli in tempi rapidissimi’, ha sottolineato il ministro Boccia.
Sul nuovo vaccino l’Aifa afferma in una nota che la sua Commissione tecnico-scientifica “ha confermato la valutazione dell’EMA sull’efficacia (59,5% nella riduzione delle infezioni sintomatiche da Covid-19) e sul rapporto beneficio/rischio favorevole del vaccino. Abbiamo quindi – rileva l’Aifa – una valida opzione aggiuntiva nel contrasto della pandemia, anche in considerazione della maggiore maneggevolezza d’uso di questo vaccino”. Per il direttore generale dell’agenzia, Nicola Magrini “l’arrivo di un terzo vaccino rappresenta un importante contributo alla campagna vaccinale in corso“, e “l’Ajfa ha fornito indicazioni per ottimizzare l’utilizzo dei vaccini esistenti sfruttandone al meglio le diverse caratteristiche”. Il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, ha osservato che con l’approvazione del vaccino di AstraZeneca “abbiamo un’ulteriore arma contro la pandemia. Altre presto se ne aggiungeranno. È auspicabile un approccio integrato tra vaccini e terapie anti COVID-19 attualmente in uso e in sperimentazione”. Avere a disposizione un terzo vaccino, si legge ancora nella nota dell’Aifa, significa avere “uno strumento che rafforza la campagna vaccinale in Italia e, seppure i dati a disposizione indichino un’efficacia inferiore a quella degli altri due vaccini disponibili, la comparazione tra i tre vaccini è difficile, tenuto conto delle diversità delle popolazioni studiate e della necessità di completare gli studi”. La Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa si è infine “riservata infine di fornire indicazioni puntuali su aspetti più specifici, quali l’intervallo tra la somministrazione delle due dosi, a seguito di ulteriori approfondimenti“.
La modifica del piano vaccini
Il via libera al vaccino di AstraZeneca è una buona notizia destinata a modificare il piano vaccini predisposto dal governo e che sarà all’ordine del giorno nella nuova riunione, probabilmente già all’inizio della prossima settimana, tra Palazzo Chigi e le Regioni. Una riunione in cui si affronterà anche il tema della categorie a cui somministrare prioritariamente il vaccino, come ad esempio insegnanti, forze dell’ordine e chi svolge servizi pubblici. Oggi, durante il vertice con il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, quello alla Salute Roberto Speranza e il commissario Domenico Arcuri, i governatori hanno confermato il loro sostegno al piano, chiedendo però revisioni mensili in base alla distribuzione. Ma, in vista della nuova fase, bisognerà anche chiarire alcuni temi ancora controversi, come l’utilizzo degli specializzandi – tema caro al neo-vicepresidente della Regione Lombardia Letizia Moratti -, quello dei medici di medicina generale e delle farmacie. Durante l’incontro, Arcuri ha fatto luce anche sulle consegne del prossimo mese. Domani arriveranno le 66 mila dosi di Moderna, che da lunedì saranno disponibili presso le regioni. Ma nell’intero mese di febbraio, insieme con Pfizer, consegnerà circa 4 milioni di dosi, alle quali si aggiungerà il milione già programmato da AstraZeneca in due consegne, il 10 e il 20 febbraio. I vaccini, la sintesi del discorso di Boccia durante l’incontro con i governatori, “devono essere garantiti e soprattutto noi dobbiamo somministrarli in tempi rapidissimi”. “Non possiamo abbassare la guardia fino all’entrata a regime dei vaccini – ha sottolineato -. Continuiamo a mantenere alta la pressione sulle aziende farmaceutiche per il rispetto delle forniture”. Ad oggi in Italia sono oltre 1,8 milioni i vaccinati, con 482.838 persone che hanno ricevuto già la seconda dose. La regione più virtuosa resta la Campania, seguita da Marche e Piemonte. “La vaccinazione è ripresa – le parole di Arcuri -stiamo usando le dosi conservate e quelle che stanno arrivando per somministrare le seconde dosi”. Febbraio, inoltre, segnerà anche l’avvio della cosiddetta fase 2 del piano vaccinale, che prevede la somministrazione agli over 80, ai quali saranno destinati, presumibilmente, i sieri Pfizer e Moderna. Dall’Unione Europea arriva poi l’annuncio dell’acquisto di 2,3 miliardi di dosi da sei aziende ricordando che “sono in corso trattative con altre società per garantire più dosi”. (ANSA).
Al lavoro per i vaccini J&J, Novavax, Sinovac e Sputnik
Intanto l’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) è al lavoro per definire i tempi dell’approvazione del vaccino anti Covid-19 della Johnson & Johnson: lo ha detto il responsabile per i vaccini dell’Ema, Marco Cavaleri, nella trasmissione ‘Caffè Europa’ di Rai Radio1. L‘Ema ha inoltre visto i dati relativi al vaccino Novavax e ha in corso dialoghi per il vaccino russo Sputnik V e per uno dei vaccini cinesi, quello di Sinovac. “In questi giorni abbiamo visto i dati rilasciati da Johnson & Johnson”, relativi al vaccino e “sicuramente nei prossimi giorni parleremo con l’azienda per capire come procedere e quale può essere la tempistica per un’approvazione”. Inoltre, ha proseguito Cavaleri, “abbiamo visto i dati di Novavax, un vaccino molto interessante e con dati molto postivi in Gran Bretagna e dati generati in Sudafrica”, dove sta circolando una nuova variante del virus SarsCoV2, e che “mostrano un calo della protezione, ma il vaccino rimane comunque protettivo”. In corso, ha detto ancora Cavaleri, anche il dialogo “su una serie di altri potenziali vaccini, compreso quello russo e uno dei vaccini cinese”, ha aggiunto riferendosi al vaccino Sputnik V e quello di Sinovac.
