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Trasporti: Cosenza paralizzata e la politica latita

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Trasporti: Cosenza paralizzata e la politica latita

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COSENZA – La protesta accende i motori in corsia. I dipendenti delle ditte di trasporto locale hanno scelto ancora una volta la protesta di piazza per manifestare tutto il loro malessere per il mancato pagamento delle mensilità arretrate (sono ben tre, ndr) e della tredicesima,

sempre più a rischio. Il tanto atteso incontro di Catanzaro con i vertici della Regione Calabria è stato infruttuoso. La Regione dimostra con questo suo atteggiamento d’indifferenza di non tenere in nessun conto le esigenze dei lavoratori. I tanto sponsorizzati modelli di buona politica ormai non fanno più effetto, sono modelli da non seguire. Belli solo a parole, divulgati con quel faraonico ed incomprensibile linguaggio politichese, ma che non trovano alcuna applicazione nel concreto.

 

Il sit in è stato compatto, anche se non sono mancati momenti di tensione, legati a qualche dipendente di aziende che, forse più sopraffatto dalla certezza di non ottenere risposte che dalla voglia di manifestare in piazza, voleva mettere in moto il proprio mezzo e partire. Sin dalle prime luci dell’alba, il rumore dei clacson ha fatto da ritornello alla giornata. Gli agenti della squadra Volante, schierati a sostegno dell’ordine pubblico dal vicequestore Gerardo Di Nunno, unitamente ai loro colleghi della Digos, coordinati dal vicequestore Pietro Gerace, con il supporto dei detective della polziia scientifica, diretti dal responsabile Agostino Guarnieri, hanno, in stretta collaborazione con i carabinieri, tenuto sotto controllo il polso del sit in, spegnendo sul nascere ogni “scintillo” di protesta. «Così – dicevano stamattina – non si può andarte più avanti, Siamo indebitati fino al collo. Non abbiamo più nemmeno i soldi per fare la spesa. Per noi il Natale sarà come tutti gli altri giorni. Altro che cenone, le tavole saranno piene solo di rabbia, bollette e scadenze, con le quali non riusciamo più a fare i conti. La classe politica di noi se ne frega. Loro pensano solo a fare parole e si interessano di noi, poveri e comuni mortali, solo per raccogliere voti. Rimarremo qui fino a quando non avremo risposte certe, sicure, efficienti».

 

Già la politica, quella della nostra regione andrebbe spazzata via, se non tutta, almeno la stragrande maggioranza. Politicanti da strapazzo, assessori e consiglieri regionali, altri esponenti politici, senza alcuna distinzione di etichetta o di bandiera, pensano solo al loro benessere personale: arricchiendosi sulle spalle degli altri, sulle problematiche di chi gli ha dato il consenso popolare per rappresentarli. Che interesse può avere, e abbiamo su questo anche forti dubbi, anche solo a parole, un politico o anche l’ultimo dei suoi portaborse a preoccuparsi se gli autisti dei pulman non vedono uno stipendio da mesi, se non riescono a pagare il mutuo, se vivono con l’incubo che il telefono, la luce o il gas gli vengano staccati. Cosa gliene può fregare ai nostri cari politicanti regionali o nazionali che hanno scelto di fare politica non per interpretare il bene comune ma solo per “arricchirsi” con tutti i benefit che la poltica offre, in fatto di sconti, viaggi, tassi agevolati e altro. Cosa gliene può interessare alla stragrande maggioranza dei politici se i dipendenti delle case di cura del cosentino non prendono soldi da mesi, se la sanità è stata uccisa con la politica dei tagli, se i giovani non trovano lavoro, se la gente muore di fame, se i tribunali chiudono, se, se, se, se, e ancora tanti altri se. Ai lavoratori in difficoltà, a coloro che lottano per difendere la loro occupazione giunga la piena solidarietà dalla redazione di quicosenza.it

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