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Coronavirus, Monitoraggio ISS: la Calabria resta ancora “a rischio alto”

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Coronavirus, Monitoraggio ISS: la Calabria resta ancora “a rischio alto”

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L’indice Rt nazionale si colloca a 0.91, in generale sotto la soglie dell’uno in 16 regioni. Cala l’incidenza, migliora il tracciamento e c’è una riduzione generale del rischio complessivo. Ma tre regioni (Sardegna, Puglia e Calabria) vengono considerato ancora “a rischio alto” e sono invitate ad adottare ulteriori misure restrittive.

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COSENZA – L’indice di trasmissione del contagio da coronavirus scende sotto quota 1 in 16 regioni/PA italiane. In particolare, nel periodo 11-24 novembre 2020, in Italia l’indice di trasmissibilità medio, calcolato sui casi sintomatici, è stato pari a 0,91. La Calabria, Con Sardegna e Puglia, vengono considerate ancora “a rischio alto” da 3 o più settimane consecutive ed invitate ad “adottare ulteriori misure restrittive”. Questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale, cosa che in realtà la Regione ha già fatto con l’ultima ordinanza di Spirlì che ha istituito in 8 comuni calabresi la zona rossa e in 4 quella arancione.

In generale sono comunque dati che mostrano in deciso miglioramento quelli pubblicati dal consueto monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute e dove si osserva una riduzione generale del rischio complessivo, con la maggior parte delle Regioni/PPAA a rischio moderato e, per la prima volta dopo sette settimane, due a rischio basso. Diminuzione nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note: questo dato, insieme all’aumento nella percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti, suggerisce un miglioramento dell’attività di tracciamento stessa.

Per la seconda settimana consecutiva, l’incidenza dei casi negli ultimi 14 giorni è diminuita: 590.65 casi per 100.000 abitanti nel periodo 23/11-29/11 contro i 706.27 per 100.000 abitanti nel periodo 09/11-22/11. Ma l’ISS evidenzia comunque che l’incidenza rimane ancora troppo elevata per permettere una gestione sostenibile, pertanto è necessario raggiungere livelli di trasmissibilità significativamente inferiori a 1 su tutto il territorio nazionale consentendo una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi di infezione e, conseguentemente, una riduzione della pressione sui servizi sanitari territoriali ed ospedali.

Ma i nuovi dati del report “sono incoraggianti e confermano l’impatto delle misure che si accompagnano con una diminuzione nelle ospedalizzazioni in area medica e in terapia intensiva; tuttavia, la pressione sui servizi ospedalieri è ancora molto elevata” ha evidenziato il monitoraggio. In 18 Regioni/PPAA, il dicembre novembre avevano superato almeno una soglia critica in area medica o Terapia intensiva. Il tasso di occupazione dei posti letto in Terapia Intensiva supera ancora la soglia critica di occupazione a livello nazionale. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione: da 3.816 (24 novembre) a 3.663 (01 dicembre), mentre il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 34.577 (24 novembre) a 32.811(1 dicembre). Ma l’iSS raccomanda massima attenzione nell’ adozione e nel rispetto delle misure, evitando un rilassamento prematuro e mantenere elevata l’attenzione nei comportamenti”.

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