Calabria
A scuola anche la domenica, l’ipotesi (bocciata) del ministro De Micheli
Il no alla proposta del ministro dei Trasporti Paola De Micheli sull’ipotesi di lezioni in presenza anche nel weekend arriva da più fronti. I presidi: “irrealistico pensare di allungare la settimana scolastica”
ROMA – Quello dei trasporti pubblici come potenziali ambienti di trasmissione del coronavirus rimane un nodo centrale del dibattito sul problema dei contagi. Questione che si affaccia prepotentemente con l’eventuale apertura delle scuole. “Nessuno mi ha portato uno studio che dimostri che i trasporti sono la principale ragione della crescita della curva”, aveva dichiarato in un’intervista il ministro dei Trasporti Paola De Micheli.
Da qui l’ipotesi di distanziare gli ingressi nell’arco della giornata e allungare la didattica anche nel weekend: “siamo in emergenza e credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato“, ha dichiarato la De Micheli, mentre rispetto alla domenica afferma: “Sono decisioni che vanno condivise con tutto il governo, ma, dicevamo, siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati”.
I presidi: “No a lezioni anche la domenica”
A bocciare la proposta del ministro dei Trasporti ull’idea di tornare in classe anche la domenica (per recuperare inoltre il tempo perduto con la chiusura degli istituti) sono gli stessi presidi. “Ritengo irrealistico pensare di allungare la settimana scolastica anche alla domenica”, risponde il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. “Deve essere chiaro il presupposto, ovvero che lo scopo del trasporto pubblico è far spostare le persone che ne hanno bisogno. Di conseguenza, non è pensabile asservire le persone alle necessità dei trasporti: questa sarebbe una eterogenesi dei fini”.
Zampa: “No aperture simboliche”
Anche la sottosegretaria Sandra Zampa si oppone alla prosposta della De Micheli ribadendo la priorità scolastica in sicurezza. “La scuola è la priorità delle priorità – dice – proprio per questo non si possono fare aperture simboliche ma bisogna essere preparati. Non sono tanto i contagi in classe, ma tutto quello che si muove intorno alla scuola”. La Zampa insiste sull’importanza di “un piano di sicurezza. Si deve studiare poi un piano per far recuperare ai ragazzi quello che hanno perso fino ad ora, quindi prolungamento della scuola con vacanze più brevi”.
Direttore Oms: “Riapertura scuole? Prima si mettano in sicurezza”
Secondo il direttore generale dell’Oms, Ranieri Guerra, non bisogna “rischiare in questo momento per una riapertura che è esclusivamente simbolica. Con i simboli non si controlla un’epidemia”. “Siamo probabilmente nella fase in cui la riapertura può e deve essere strutturata – afferma – ma se sia opportuno aprire una settimana prima di Natale o se sia opportuno consolidare un piano di riapertura che metta in sicurezza anche quello che avviene prima e dopo la frequenza scolastica, questo lo deve decidere la politica”.
“La nostra raccomandazione – ricorda – è sempre stata di ricorrere alla chiusura delle scuole come ultima spiaggia, nel momento in cui non si riesce più ad arrestare l’ondata epidemica. Quindi – osserva – siamo in una fase in cui, pur ammettendo il rischio della trasmissione all’interno delle scuole, ma soprattutto all’esterno, io sono convintissimo che le scuole primarie debbano rimanere aperte e bisogna ricorre alle chiusure come ultima spiaggia”.
Arcuri: “Insormontabile vincolo organizzativo”
Dubbi sulla riapertura delle scuole prima di Natale anche dal Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 Domenico Arcuri: “credo che ci sia un insormontabile vincolo organizzativo”, dice.
“Certo – sostinene Arcuri – bisogna mettere a sistema i trasporti, la scuola ma soprattutto la responsabilità delle persone. In questo periodo mi vado convincendo che il virus non esca dalla scuola ma che sia entrato nella scuola per l’eccesso di mobilità e qualche volta per la normale volitività dei giovani”.
Bonafede: “proposta inopportuna”
Le critiche aspre e le bocciature per la proposta della ministra dei Trasporti Paola De Micheli di fare lezione a scuola anche il sabato e la domenica arrivano anche dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che ha bollato come “del tutto inopportuno” pensare di tenere aperti gli istituti nel weekend.
“Non ci scandalizziamo: di proposte strane ne abbiamo sentite tante ma se qualcuno vuole fare delle proposte ci convochi, ne discutiamo al tavolo contrattuale, si individuino le risorse economiche e umane che mancano a tutt’oggi anche per le supplenze e i modelli organizzativi. Diversamente risulta l’ennesima provocazione che ha come unico effetto quello di demotivare chi l’attività didattica la sta svolgendo comunque e a qualunque costo per il bene dei ragazzi. E’ una provocazione per continuare a rimandare sulla scuola responsabilità che purtroppo non sono della scuola che lavora”, è sbottata la segretaria della Cisl scuola, Maddalena Gissi.
E sulla stessa linea è anche Pino Turi della Uil Scuola e Francesco Sinopoli che guida la Flc Cgil. Intanto sono in corso interlocuzioni nel Governo e tra questo e le Regioni sull’opportunità o meno di riaprire le scuole superiori il 9 dicembre o rimandare l’apertura a dopo l’Epifania.
Nei fatti però se il ministro della Salute Roberto Speranza sposterà in una zona con meno restrizioni le prime sei realtà locali (Lombardia, Piemonte, Calabria, Val d’Aosta, Puglia e Sicilia), entrate in zona rossa o arancione il 6 novembre, un numero maggiore di studenti rientrerà comunque a scuola già dai prossimi giorni. Infatti l’ultimo Dpcm prevede che la didattica sia in presenza per le scuole dell’infanzia, elementari e medie nelle zone gialle e arancioni mentre nelle zone rosse le scuole restano aperte solo per i bambini della scuola dell’infanzia, delle elementari e fino alla prima media compresa, tutti gli altri studiano a casa con la didattica a distanza.
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