Il sindaco di Cosenza spiega perchè ha ordinato all’Azienda Ospedaliera l’assunzione immediata di nuovo personale sanitario a tempo determinato “costretto da una situazione al collasso a causa della pandemia. Questa mattina 22 persone contagiate nelle barelle. Sono tornato pomeriggio e c’era ancora un signore fermo allo stesso posto. Dispiace e mi piange il cuore vedere queste persone anziane da sole attendere giorni interi in questa condizione“
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COSENZA – Un situazione pesantissima quella dell’Annunziata di Cosenza, costretta ogni giorno a fare i conti con decine di persone che si recano in pronto soccorso per richiedere assistenza a causa dell’emergenza coronavirus. questa mattina il sindaco Mario Occhiuto si è recato di persona a controllare la situazione al Pronto Soccorso e nell’ospedale dove ormai sono in esaurimento i posti letto per la cura di pazienti con coronavirus. Il sindaco ha riscontrato un’insufficienza del numero di operatori medici, infermieristici e para-sanitari ed ha deciso di firmare l’ordinanza “sono stato costretto ad emanare un’Ordinanza contingibile ed urgente perché il nostro ospedale rischia il collasso a causa dell’incalzare della pandemia da Covid-19. Quotidianamente infatti arrivano nuovi casi Covid da tutta la provincia (a fronte di un numero inferiore di dimissioni) che stazionano nel Pronto Soccorso, aumentando l’emergenza con necessità di posti letto attrezzati e di personale sanitario dedicato”.
“Stamattina ho personalmente riscontrato che in una sala comune dello stesso Pronto Soccorso stazionavano 22 persone contagiate sui letti barella in attesa di sistemazione nei reparti. Un signore anziano – prosegue il Sindaco – mi ha riconosciuto e mi chiesto aiuto. Sono ritornato pomeriggio e l’ho ritrovato allo stesso posto, mentre altri pazienti nuovi arrivati erano ancora addirittura nelle ambulanze. Dispiace e mi piange il cuore vedere queste persone anziane da sole attendere giorni interi in questa condizione. Domattina con la Protezione Civile comunale installeremo delle tende in modo da implementare gli spazi. A causa di questa grave situazione ho deciso, con un atto unico nel panorama nazionale, di ordinare all’Azienda Ospedaliera l’assunzione immediata di nuovo personale sanitario a tempo determinato (medici, infermieri, Oss, tecnici di laboratorio e tecnici di radiologia), in modo da far fronte alla situazione di grave emergenza che sta vivendo in queste ore l’Ospedale, che, alla luce della sempre maggiore diffusione dei contagi da Covid-19, non riesce più, con le risorse umane in organico, a soddisfare il bisogno di cure dei pazienti ricoverati, ed alla situazione, di altrettanta gravità, in cui versa il Pronto soccorso dello stesso Ospedale dove stazionano in corsia numerosi pazienti Covid in attesa di ricovero in reparto”.
“La nostra regione – continua – è stata classificata “zona rossa”, con conseguente regime giuridico di massima allerta e di profonde restrizioni, non tanto per una rilevanza dei numeri del contagio, palesemente più contenuti che in altre zone d’Italia, ma per le carenze strutturali del sistema sanitario regionale che non è capace di fronteggiare nemmeno i numeri attuali di contagiati.
Negli ultimi giorni si è assistito ad un vergognoso susseguirsi di eventi, che hanno avuto rilevanza mediatica nazionale, che hanno comprovato l’assenza di competenza e di senso di responsabilità delle strutture verticistiche sanitarie titolari della governance in Calabria. Nonostante la formale presenza di un Piano Covid regionale, lo stesso, per ciò che è emerso sui media nazionali, è da considerarsi mero adempimento formale/burocratico, di fatto inattuato e lettera morta. Purtroppo devo dire che questa situazione era facilmente prevedibile e risolvibile se si fosse operato con determinazione e con senso di responsabilità. Ma il commissariamento in Calabria si è sostanzialmente trasformato in una occupazione e direi anzi in una usurpazione di prerogative costituzionalmente sancite, con il risultato di creare solo rimpalli deresponsabilizzanti e confusione di competenze, nonché una perenne conflittualità tra Stato e Regione. Da adesso in poi sarebbe meglio se alla Calabria pensassero i calabresi.
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