Calabria
Non si placa la bufera su Zuccatelli. E lo scontro si accende anche sulla data delle elezioni
Frizioni nella maggioranza con il Movimento 5 Stelle che chiede la rimozione di Zuccatelli mentre si apre un nuovo fronte dello scontro politico sulla data delle elezioni. L’opposizione dice no all’ipotesi rinvio “Il governo non può mettere tra parentesi la democrazia, non può tenere un territorio in stand by per mesi e mesi”.
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COSENZA – Non accenna a placarsi la bufera politica scatenata dalla nomina a commissario della sanità in Calabria di Giuseppe Zuccatelli. Anzi, se possibile, il tono si alza ulteriormente, anche per una nota delle attiviste Fem.In Cosentine in Lotta che datano il video in cui il neo commissario afferma che le mascherine non servono al 27 maggio, nel dopo lockdown. Anche i vescovi calabresi sono scesi in campo per sostenere, per bocca del presidente della Cec, l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace Vincenzo Bertolone, che la situazione nella regione, dichiarata zona rossa, e l’avvicendamento del commissario “dimostrano non soltanto la fragilità e l’inadeguatezza del sistema sanitario regionale ma anche l’incompetenza e la mancanza di senso di responsabilità, che la seconda ondata della pandemia Covid-19 in atto ha definitivamente e inequivocabilmente palesato”.
Ad arroventare ulteriormente il clima, oltre al fuoco di fila di attacchi rivolti al governo dal centrodestra, è giunta poi una dura presa di posizione di un gruppo di parlamentari calabresi del Movimento 5 Stelle. I parlamentari hanno chiesto senza mezze misure la revoca immediata del neo-commissario definendola “inopportuna” e “un’inaccettabile beffa per i cittadini”. Polemica che il vice ministro alla Salute ha tentato di rintuzzare: “La mia opinione su Zuccatelli è in linea con il ministero. Zuccatelli ha sicuramente un curriculum di esperienza. Non andrei a vedere il passo falso sulla mascherina – ha spiegato in tv il vice ministro – che comunque condanno. Io vorrei che anche i cittadini, come i miei colleghi politici, misurassero le persone in base ai risultati”. Al di là delle dichiarazioni, Sileri, nel pomeriggio, ha avuto un incontro con i parlamentari del suo partito – già fissato da giorni – proprio sulla situazione della Calabria ed sicuramente non saranno mancati i toni accesi. Anche perché l’obiettivo del Movimento – almeno a quanto traspare dalle parole del senatore calabrese M5s e presidente dell’Antimafia Nicola Morra – era nominare il fondatore di Emergency Gino Strada. Adesso, dopo l’indicazione di Zuccatelli, una delle vie possibili, auspicata dai 5 Stelle, è quella di vedere Strada almeno come sub commissario. Le polemiche sulla nomina di Zuccatelli impazzano, dunque, in una regione che dovrà tornare al voto dopo la prematura scomparsa della presidente Jole Santelli. E proprio la sanità sarà sicuramente uno dei temi di scontro tra gli opposti schieramenti nel corso della campagna elettorale che andrà ad aprirsi.
E proprio sulla data delle elezioni sembra aprirsi un altro fronte di scontro. Le elezioni, a termine di regolamento, dovrebbero svolgersi entro 60 giorni dalla seduta dell’assemblea che decreta la fine della legislatura e che è in programma per domani. Quindi si dovrebbero tenere nella prima metà di gennaio. Ma l’emergenza pandemica mette a rischio questa tempistica. Non a caso il Consiglio dei ministri si riunisce in serata per affrontare proprio il dossier delle regionali calabresi. Contro l’ipotesi di un rinvio si è già schierato compatto il centrodestra. “Il governo non può mettere tra parentesi la democrazia, non può tenere un territorio in stand by per mesi e mesi. L’esecutivo deve dare la possibilità al Consiglio regionale di indire le nuove elezioni, e la macchina amministrativa si deve mettere in moto per garantire un voto in sicurezza, e nel rispetto di tutti i protocolli anti-Covid previsti”. E di date in cui far svolgere le elezioni, il presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini ed il presidente della Giunta Nino Spirlì, ne fanno quattro in una lettera al premier ed ai ministri agli affari regionali e dell’interno “17, 24, 31 gennaio, o, come ultima ipotesi, il 7 febbraio”.
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