Calabria
Trasporti privati al collasso, Confapi Calabria e Federnoleggio in stato d’agitazione
I gruppi dirigenti di Confapi Calabria e Federnoleggio-Confesercenti, hanno indetto lo “stato di agitazione” e promosso una protesta davanti alla Cittadella regionale: “La filiera dei trasporti privati di persone sta attraversando una crisi senza precedenti”
CATANZARO – Una situazione critica, una filiera al collasso. Migliaia di famiglie vivono nell’incertezza rispetto al futuro e “ci saremmo aspettati più attenzione da parte della Regione, almeno la stessa attenzione riservata ad altre categorie”. Confapi Calabria e Federnoleggio-Confesercenti hanno chiesto un incontro immediato alla Regione Calabria il prossimo 12 ottobre, con conseguente protesta permanente davanti la Cittadella regionale che sarà pacifica ma risoluta e ad oltranza.
“Nonostante le numerose sollecitazioni, in seguito alle manifestazioni di maggio e giugno da parte delle associazioni datoriali, rivolte alla Regione Calabria per l’assenza di attenzioni e fondi per la ripartenza del settore, le promesse di aiuto assunte da parte dell’ente sono state disattese”. Luigi Falco e Vittorio Chiappetta, presidente e vipresidente della filiera trasporti di Confapi Calabria sottolineano: “La filiera dei trasporti privati di persone è al collasso totale. Sta attraversando una crisi senza precedenti. Il gruppo Confapi Calabria è amareggiato dalla condotta della Regione che – inspiegabilmente – ha a disposizione ingenti risorse per sostenere la categoria a seguito delle rimodulazioni dei fondi europei ma non vuole impiegarle a sostegno delle imprese del settore NCC (noleggio con conducente)”.
Tullio Scalcione, coordinatore regionale di Federnoleggio Calabria continua: “La categoria NCC bus e auto, sicuramente la più colpita o tra le più colpite dalla crisi scaturita dall’emergenza Covid, a differenza di altre categorie imprenditoriali, che pur a fatica hanno ripreso un ciclo produttivo quasi normale, è ancora ferma al palo come nei mesi del lockdown e vede profilarsi all’orizzonte un periodo di almeno 6-8 mesi di ulteriore fermo totale.
“Le aziende che protesteranno il 12 ottobre prossimo andranno via solo a seguito di un accordo con la Regione sottoscritto tra le parti”, conclude Francesco Napoli, vice presidente nazionale di Confapi.
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