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In Italia il virus “ritorna” dall’esterno. Il governo valuta il TSO per chi rifiuta la quarantena

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In Italia il virus “ritorna” dall’esterno. Il governo valuta il TSO per chi rifiuta la quarantena

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Sono decine i focolai di nuovi contagi da coronavirus sparsi un poò a macchia di leopardo in diverse regioni, per lo più Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Virus contratto all’estero e ‘trasportato’ a casa nostra. Altri 12 contagi collegati ai rientri dal Bangladesh. Tamponi a chi arriva a Fiumicino. E il governo valuta il TSO a chi rifiuta la quarantena se positivo

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COSENZA – Ci sono altri 12 contagi a Roma collegati a rientri dal Bangladesh che fanno salire a 39 i casi provenienti dal paese asiatico. La Regione Lazio sta predisponendo l’ordinanza “per garantire che vengano eseguiti i test e i tamponi a tutti i viaggiatori del volo speciale in arrivo oggi da Dacca (Bangladesh) autorizzato dall’Enac. Le operazioni si rendono necessarie ai fini di sanità pubblica”, precisa l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Il presidente della Regione Nicola Zingaretti aveva chiesto i tamponi direttamente negli scali aeroportuali per quanti arrivano da destinazioni ‘attenzionate’ perché “i nuovi dati sui contagi – ha dichiarato – ci dicono che la riapertura delle frontiere da molti Paesi ancora ad alto rischio richiede nuove e tempestive misure di prevenzione e controllo degli arrivi. Speranza ha comunicato che verranno eseguito i tamponi su chi arriva da Paesi con circolazione del Covid-19 sostenuta”.

Sono decine i nuovi focolai da coronavirus in Italia, con i contagi dovuti prevalentemente a lavoratori stranieri rientrati da paesi extra Schengen dove l’epidemia non è affatto sotto controllo. Dopo 5 giorni in salita, ieri sono tornati a scendere i nuovi casi: altri 192. In lieve aumento i ricoveri e le intensive. Ma a preoccupare sono contagi che arrivano dall’estero. In molti dei nuovi contagi, infatti, c’è un comune denominatore: il virus è di rientro, contratto all’estero e ‘trasportato’ a casa nostra. Un campanello d’allarme che ha costretto ai ripari, con il governatore della Toscana Enrico Rossi che ha stabilito il ricovero obbligatorio nei covid hotel per i contagiati che vivono nel sovraffollamento, e a Roma partono i tamponi a tappeto per la comunità del Bangladesh dove il virus dilaga un pò a macchia di leopardo.

Veneto, obbligatorio l’isolamento fiduciario

Emblematico il caso dell’imprenditore veneto ricoverato a Vicenza in condizioni gravi ma stabili dopo aver in un primo tempo rifiutato le cure nonostante evidenti sintomi di Covid, alle sue spalle una scia di 5 contagiati e 89 persone in isolamento. Senza contare un paziente zero morto in Serbia dopo aver contagiato gli italiani. Il 25 giugno l’imprenditore rientra da un viaggio di lavoro di un paio di giorni in Serbia: con sé ha tre collaboratori (tutti risultati poi infetti). E’ all’estero che il quartetto entra in contatto, consapevolmente o meno, con alcune persone ammalate. Una di queste mercoledì muore di Covid. Neppure il tempo di rientrare e il quartetto il 26 risale in macchina alla volta di Medjugorje, in Bosnia. I due viaggi avvengono senza l’uso delle mascherine, e sono svolti “in aree a rischio mentre una di queste persone probabilmente aveva già i sintomi del contagio. Una catena di eventi apparentemente incomprensibile nella sua insensatezza che ha fatto impennare in Veneto l’indice di contagio da 0,43 a 1,63. Il Veneto  ha fissato l’obbligo d’isolamento fiduciario di 14 giorni in caso di contatto a rischio con un soggetto positivo al coronavirus. E’ quanto prevede la nuova ordinanza regionale, pubblicata dopo i casi di contagio registrati nel Vicentino di soggetti provenienti dalla Serbia. L’isolamento prosegue per altri 14 giorni se si diventa positivi e, in caso di ingresso o rientro da Paesi non esenti da quarantena, il soggetto va in isolamento familiare. Per chi violerà la quarantena una multa da 1.000 euro che anche il datore di lavoro dovrà pagare per ciascun dipendente dell’azienda.  “Chiedo che a livello nazionale si possa portare al penale la violazione dell’isolamento fiduciario anche del negativo”, ha affermato il presidente del Veneto, illustrando la nuova ordinanza regionale.

Governo valuta TSO per i positivi che non rispetto la quarantena

Per il governatore Luca Zaia, che ha sentito il ministro Roberto Speranza, il Veneto “non ha ripreso l’onda dei contagi”, qualcuno “butta benzina sul fuoco” e l’ordinanza che sarà varata lunedì non conterrà “provvedimenti più restrittivi per i cittadini” ma renderà più efficace “l’isolamento fiduciario dei positivi”. Anche il ministro della Salute Roberto Speranza – sollecitato dal governatore Luca Zaia – sta riflettendo sui trattamenti sanitari obbligatori. Il ministro della Salute ha dato mandato all’ufficio legislativo del suo dicastero per verificare il quadro normativo sui trattamenti sanitari obbligatori (Tso) per studiare una norma più stringente per la tutela da Covid. In un’intervista a Repubblica il ministro anche parlato di “test sierologici sulla popolazione scolastica. Un monitoraggio costante”. “Zaia fa bene a essere assolutamente rigoroso. Io ritengo che prima si ritorna a una normalità in sicurezza e meglio è”, è l’opinione espressa dal leader della Lega Matteo Salvini.

Alcuni focolai si sono manifestati anche nell’area del Mantovano dove sono stati colpiti alcuni macelli e salumifici. L’ultimo ha riguardato un salumificio di Viadana e così al momento sono cinque le attività produttive in cui si è sviluppato il contagio (considerando anche una nella vicina Dosolo), tra macelli e salumifici, che contano un totale di 68 dipendenti positivi. L’ultima segnalazione dell’Ats Valpadana arriva dal salumificio Fratelli Montagnini di Viadana, dove ieri le squadre Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) sono intervenute per sottoporre a tampone 26 dipendenti, dopo che uno di loro era stato ricoverato in ospedale con febbre alta. L’esito dello screening ha consentito di scoprire 5 positivi, tra cui 3 dipendenti di una cooperativa che lavorano nel salumificio. L’Ats ha predisposto ieri la chiusura del macello e oggi è attesa la sanificazione. Salgono a 68 i lavoratori (non tutti residenti nel Mantovano) contagiati nei 5 macelli, di cui due ricoverati in ospedale, in condizioni che non sarebbero gravi.

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