Cosenza
Sangue infetto, condannata regione basilicata a quasi un milione di euro
Risarcimento danni da sangue infetto a seguito di contagio da trasfusione avvenuto nell’anno 1989

L’avvocato Massimiliano Coppa
COSENZA – Il Tribunale di Catanzaro ha accolto la richiesta di risarcimento dei danni degli Avvocati Massimiliano e Paolo Coppa a seguito di contagio da emotrasfusioni infette avvenuto presso un ospedale di Potenza nel lontano 1989 ai danni di un uomo di 60 anni, deceduto poi per grave cirrosi epatica da HCV.
Ed infatti, è stato accertato mediante perizia medico legale che l’uomo, sottoposto a trasfusioni ematiche, non presentava alcun rischio infettivo riferito alla patologia per la quale perse la vita, residuando per lo stesso un grave danno biologico prima per la patologia contratta e la successiva totale perdita della vita con patologia conseguente poi. La sentenza è ormai definitiva e non più appellabile ma la Regione Basilicata non ha inteso corrispondere le somme per le quali è stata condannata.
Gli Avvocati Coppa hanno già predisposto il giudizio di ottemperanza presso il Tar della Calabria al fine di garantire il giusto ristoro del danni patiti dai familiari dello sfortunato paziente, considerata la somma da risarcire e la volontà di non pagare dell’Ente manifestata mediante il proprio comportamento di non presentarsi al Tribunale di Catanzaro, seppur ritualmente convocato, durante tutto il giudizio.
Appare di dubbia comprensione come, ancora oggi, esistano casi conclamati di infezione da sangue infetto con conseguente decesso del paziente ed enti erariali che si ostinino a resistere anche dinanzi a sentenze esecutive e passate in giudicato, ancora peggio dove l’Ente erariale – seppur ritualmente citato – è rimasto contumace non presentandosi ad alcuna udienza, neanche per chiedere scusa alla famiglia di quanto a lui riconducibile.

L’avvocato Paolo Coppa
Ancora oggi si registrano casi di contagio su tutto il territorio nazionale dove il sangue non risulta essere contaminato soltanto dal virus dell’HCV o dell’AIDS, ma anche di altri gravi batteri di natura nosocomiale come la serratia marcescens, endobatterio intestinale la cui carica batterica, secondo la sentenza emessa dai giudici avrebbe causato la morte all’ospedale di Cosenza, di un uomo sottoposto per la prima volta ad una trasfusione di sangue in Pronto Soccorso.
Finirà prima o poi la conta dei morti e dei malati da patologie trasmesse mediante l’inoculazione del sangue?
Social