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Cosenza, portierato senza autorizzazione prefettizia: assolti con formula piena

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Cosenza, portierato senza autorizzazione prefettizia: assolti con formula piena

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In due erano stati accusati di non essere in possesso della dovuta autorizzazione per svolgere attività di vigilanza antitaccheggio a favore di un noto esercizio commerciale di Rende. Ma l’attività di controllo era passiva

 

COSENZA – R.N. e M.I, nella qualità rispettivamente di legale rappresentante e di dipendente di una ditta regionale che svolge servizi di Portierato per nota catena di grande distribuzione alimentare, sono stati tratti a giudizio davanti al Tribunale di Cosenza per rispondere dei reati di cui agli artt. 134 e 140 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS ) perché, secondo l’ assunto accusatorio, svolgevano attività di vigilanza antitaccheggio a favore di un noto esercizio commerciale di Rende senza la prescritta autorizzazione del Prefetto.
Il Tribunale di Cosenza, nella persona del Giudice, Castiglione, ha oggi assolto con formula ampia gli imputati, condividendo in toto la linea difensiva degli Avvocati Francesco Chiaia ed Enrica Policicchio, difensori della legale rappresentante R.M., e dell’Avvocato Paolo Pisani, difensore del dipendente, M.I.

Durante l’istruttoria dibattimentale, infatti, i difensori degli imputati hanno fatto emergere le concrete attività poste in essere dal dipendente della ditta coinvolta, che consistevano sostanzialmente in attività di controllo passiva, senza l’esercizio di alcun potere di difesa attiva degli immobili, e pertanto, legittimamente rientrabili nell’attività di mero portierato –oggetto esclusivo del contratto stipulato tra la ditta di R.M. e la società che gestiva l’ipermercato interessato- e che, in seguito all’intervento legislativo del 2000 è totalmente liberalizzata e può essere svolta da soggetti privi della qualifica di guardie particolari giurate senza dunque essere necessaria alcuna autorizzazione prefettizia ex art. 134 T.U.L.P.S.

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