Cosenza
Minaccia il suicidio e lancia una bombola di gas dal quarto piano
Urla dal balcone il possesso di una pistola con cui vuole spararsi. Poi afferra una bombola di gas e la lancia dal balcone. Evitata la tragedia
COSENZA – Se non ci fosse stato il provvidenziale intervento dei carabinieri, probabilmente oggi la città di Cosenza avrebbe avuto da raccontare una tragica storia. Ma l’Arma ha reagito subito ad una situazione estrema, riuscendo a tutelare i cittadini e l’uomo che minacciava il suicidio. Il fatto è accaduto poco dopo le otto del mattino nei pressi del Tribunale di Cosenza, in via Lazio. A dare l’allarme i vicini di casa del 50enne, tossicodipendente, che ha iniziato ad urlare, in preda ad una crisi, minacciando di togliersi la vita con una pistola. I vicini da prima hanno allertato solo i sanitari del 118, i quali giunti sul posto e presa contezza del pericolo imminente hanno ritenuto opportuno far intervenire i vigili del fuoco e i carabinieri.
Sul posto è giunta la squadra del 115 inviata dal comando provinciale di Cosenza diretto dal comandante Massimo Cundari e due pattuglie dei carabinieri dell’Aliquota radiomobile. A capire cosa stesse succedendo è giunto anche il capitano Merola comandante della compagnia dell’Arma cittadina e il maresciallo Italiano al comando della Radiomobile.
Il caso non si presenteva per nulla facile. L’uomo, barricatosi in casa, noto per la sua tossicodipendenza e anche per l’assunzione di psicofarmaci, dapprima ha minacciato di uccidersi con una pistola che deteneva in casa, urlando dal balcone. Nel frattempo i vigili del fuoco hanno circoscritto l’area, mettendo in sicurezza le autovetture e di cittadini curiosi. Una manovra da protocollo che ha salvato la vita sicuramente a molti. L’uomo, ormai incontrollabile, si è presentato sul balcone di casa, dal quarto piano di una palazzina di via Lazio, tenendo tra le braccia una bombola di gas che ha lanciato nel vuoto. Bombola che, schiantandosi sull’asfalto, fortunatamente non ha colpito nessuno.
A questo punto i carabinieri iniziano a parlare con l’uomo, cercando di farlo ragionare e soprattutto calmare. Dopo i primi minuti con lo scopo di attirare l’attenzione, i militari dell’Arma sono riusciti a stabilire un contatto. Dieci minuti di dialogo, frasi, parole e promesse. L’uomo è riuscito a fidarsi degli uomini in divisa e ad aprire la porta. Una volta dentro è stato immediatamente bloccato ed affidato alle cure dei sanitari che lo hanno trasferito in ospedale dove è stato sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio. Eseguita la perquisizione non è stata rinvenuta alcuna pistola all’interno dell’abitazione ma molte boccette di psicofarmaci. Probabilmente una dose eccessiva ingerita ha provocato una reazione violenta scaturita in una folle crisi suicida
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