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Ritrovato il corpo di Nicolò, parla il padre: «Solo io so cosa ho nel cuore»

Calabria

Ritrovato il corpo di Nicolò, parla il padre: «Solo io so cosa ho nel cuore»

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E’ stato ritrovato in mattinata il corpo del bambino di due anni disperso insieme alla madre e al fratello di sette anni durante l’alluvione del 4 ottobre scorso. Otto giorni di ricerche estenuanti. I funerali previsti nella giornata di oggi sono stati rinviati a domani

 

LAMEZIA TERME (CZ) – Otto giorni di disperata attesa di un padre e un marito che in un attimo ha visto spazzare via parte della sua vita, gli occhi della donna con cui aveva deciso di costruire il futuro, gli occhi di due bimbi a cui aveva promesso amore eterno. Angelo è addolorato ma dignitoso e parla con i giornalisti: “E’ un momento molto difficile per me, è solo io so cosa ho nel cuore”. Angelo, il papà di Christian e Nicolò e marito di Stefania è un uomo distrutto, con gli occhi gonfi ma sottolinea la sua fede in Dio che lo ha aiutato in queste ore  di immane dolore. Nel suo cuore porta già i suoi cari, la sua famiglia. Ringrazia poi tutti coloro che si sono prodigati per aiutarlo nelle ricerche, dagli amici, ai conoscenti, ai soccorritori:  “Specialmente chi ha ritrovato mio figlio Nicolò, – continua a parlare – perchè mi ha tolto un peso nel cuore: Antonio Primo lo scavatorista e Domenico Trovato le persone a cui va una medaglia”.

Rinviati a domani i funerali di mamma Stefania e del piccolo Cristian, previsti per il primo pomeriggio di oggi alle 15.30 a Gizzeria nella chiesa di Santa Caterina in località Mortilla, a cui si aggiungerà la bara del piccolo Nicolò, ritrovato nelle prime ore di oggi a circa 500 metri a monte dal punto di ritrovamento della mamma, sepolto sotto una spessa coltre di detriti e terriccio. A contribuire al ritrovamento il georadar messo a disposizione dal Cnr, con l’intervento di geofisici specializzati.

 

Curcio: “La solidarietà e l’umanità di tutti”

“Ci tengo a ringraziare, oltre agli organismi di polizia giudiziaria, la Protezione civile ed i suoi volontari, il Cnr, i vigili del fuoco, in tutte le loro articolazioni, e tutti i semplici cittadini intervenuti volontariamente, per il grande impegno che hanno profuso nelle ricerche del corpo del bambino scomparso e nelle attività correlate”. Lo ha detto all’Ansa il Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, dopo il ritrovamento del corpo di Nicolò. “In questa vicenda – ha aggiunto il procuratore Curcio – meritano di essere evidenziati gli aspetti di grande umanità, condivisione e solidarietà che tutti hanno dimostrato sul campo. Valori non sempre riscontrabili ai giorni nostri”

 

IL FATTO

Era il 4 ottobre scorso quando Stefania Signore, alla guida di una Mito, insieme ai due suoi figli Cristian 7 anni e Nicolò 2 anni, venne spazzata via dal maltempo. Le loro vite si sono fermate nella furia dell’alluvione che investì la zona lametina. A testimoniare che era successo qualcosa il ritrovamento della macchina con le quattro frecce attive bloccata sul cavalcavia che collega San Pietro Lametino a San Pietro Maida. A dare l’allarme era stato il marito Angelo, alla sera, intorno alle 20, quando non riusciva a contattare la moglie. Stefania nel pomeriggio si era recata a prendere i figli dai nonni, a Curinga, e stava tornando a casa, a Gizzeria. Le ricerche sono iniziate nell’immediato. All’opera i vigili del fuoco del comando provinciale di Catanzaro e i militari dell’Arma. Nella notte sono iniziate le ricerche culminate il mattino successivo, il 5 ottobre, nel ritrovamento dei primi due cadaveri: Stefania 30enne e il piccolo Cristian, il maggiore dei due figli di 7 anni, compiuti il 25 settembre scorso. I corpi vennero rinvenuti a 50 metri di distanza l’uno dall’altro tra gli uliveti e gli aranceti, a 500 metri dalla vettura.

Rimaneva ancora da ritrovare il piccolo Nicolò, due anni. La disperazione del padre Angelo e dei familiari. Angelo ha contribuito sin da subito alle ricerche della moglie e dei suoi due figli. Dalle prime luci dell’alba del 5 ottobre si sono alzati in cielo due elicotteri del nucleo dei vigili del fuoco provenienti da Salerno e da Catania insieme alle varie unità specializzate del 115: da quelle cinofile, ai Saf, all’unità posto di comando avanzato. Ai vigili del fuoco successivamente, dal sei ottobre si unirono alle ricerche la Protezione civile, la Guardia di Finanza, la polizia di Stato, il soccorso alpino e volontari, tanti cittadini che avevano ascoltato l’appello di angelo, un aiuto a ritrovare il corpo di Nicolò.

Ricerche serrate, non facili per via del maltempo. Stefania, di Gizzeria, lavorava in un call center, mentre il marito, Angelo Frijia, fa il meccanico in un’officina. E’ proprio Carlo Tansi, responsabile della protezione civile regionale recatosi sul luogo della tragedia a spiegare l’incremento del numero dei soccorritori e il territorio in cui sono stati rinvenuti i corpi di Stefania e Cristian: “Abbiamo incrementato il numero di operativi e abbiamo anche il Soccorso Alpino della Regione Calabria con altre 35 unità”. “Stiamo battendo a tappeto e scavando con mezzi meccanici perchè nella zona dove abbiamo trovato la signora e il figlio più grande, c’è una vasca di circa 5 metri colma di acqua e fango, che potrebbe potenzialmente rappresentare una zona in cui si potrebbe trovare il corpicino del bambino”

Nell’immediatezza il 7 ottobre il Procuratore capo Salvatore Curcio della Procura della Repubblica di Lamezia Terme apre un fascicolo in cui si ipotizza il reato di omicidio colposo plurimo,  inviando per i primi sopralluoghi geologi, ingegneri e medici legali. Il pomeriggio dell’8 ottobre scendono in campo le squadre di geofisici specializzati del Cnr per effettuare delle ricerche nel sottosuolo tramite il georadar:  veri e propri raggi x del terreno. Giorni di lavoro no stop per i soccorsi nonostante il maltempo abbia continuato a imperversare sul territorio lametino. E dopo tre giorni dall’utilizzo del georadar il triste epilogo del ritrovamento del corpo di Nicolò che si riunisce a mamma Stefania e al fratellino Cristian.

 

 

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