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Calabra Maceri, azienda vicino al collasso: i Comuni non pagano

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Calabra Maceri, azienda vicino al collasso: i Comuni non pagano

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RENDE- Conti in rosso. La Calabra Maceri, l’azienda che si occupa ddlla raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, è sull’orlo di una crisi, di nervi e finanziaria. I troppi debiti accomulati dai Comuni che si “servono” della Calabria Maceri, non permettono all’azienda di contrada Coda di Volpe,

di andare avanti. I responsabili dell’azienda, conti in mano, hanno fatto un pò di somme sui crediti da riscuotere. Il gfrafico dice che nelle casse dell’0azienda dovrebbero entrare 12milioni e mezzo di euro. Una cifra enorme che, qualora venisse riscossa, sarebbe un’ottima e vitale boccata d’ossigeno per la Calabra Maceri che deve fare i conti anche con il pagamento degli stipendi dei dipendenti, i costi di gestione dei servizi, la manutenzione dei mezzi e tutto quello che serve per mandare avanti il lavoro. Il primo Comune che deve soldi all’azienda è quello di Cosenza. Da Palazzo dei Bruzi dovrebbero uscire 3,4 milioni di euro. Una montagna dio soldi che l’amministrazione comunale non è in grado di pagare, per via di quel bilancio in rosso con cui sta facendo, da tempo, i conti. Ma il Comune bruzio, non è il solo a dover versare. Nella lista, infatti, dei “ritardatari” figurano Montalto, con 2,2, il Consorzio ValleCrati con 1,1, il Comune di San Lucido ha un debito di 800 mila euro. Nelle’elnco compaiono anche Catrolibero, con 285 mila euro, Guardia Piemontese (148), Spezzano Piccolo (129) e Paola (105). Al fianco dei dipoendenti dell’azienda e dei verici di Calabra Maceri si sono schierati le sigle sindacali di categoria che, nel corso di un incontro sulla questione, tenutosi presso l’Assindustria di Cosenza hanno, in maniera unanime, evidenziato come «non è pssibile – dicono Massimiliano Ianni della Fp-Cgil, Gianluca Campolongo della Fisascat e Antonio Verrino della Uil, che i Comuni abbiamo maturato questi debiti così importanti, sosprattutto se si considera che per quanto riguarda i rifiuti le comunità che usufruiscono di questo servizio, pagfano regolarmente una tassa all’amministrazione comunale, una tassa che, in molti casi, è anche un duro colpo per la liquidità delle famiglie. Ora se questi soldi – si chiedono – sono entrati nelle casse di questi Comuni, come mai le amministrazioni non hanno l’adeguata copertura finanziaria per regolarizzare i loro conti con la Calabra Maceri? E ancora – fanno osservare – non è penmsabile che un Comune piccolo come San Lucido, possa accumulare tutti questi debiti». Durante l’incontro, i vertici della Calabra Maceri hanno evidenziato come con i Comuni morosi c’è un contratto stipulato, contratto che non può essere sciolto unilateralmente. Intanto, in attesa che tra mediazioni diplomatiche allargate e disponibilità di cassa da parte dei Comuni, la situazione si sblocchi, i sindacati hanno intyeso proclamare lo stato d’agitazione dei dipendenti, chiedendo l’intervento del prefetto di Cosenza Raffaele Cannizzaro e del presidnte della Provincia Mario Oliverio. «Non è un problema dl personale – scrivono i sindacalisti – se i Comuni non saldano i debiti con l’azienda. I dipendenti di Calabra Maceri, nonostante le difficoltà economiche, stanno portando avanti, con la solita professionalità e impegno, il loro lavoro di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Lo fanno per un senso di civiltà nei confronti delle popolazioni. Ma questo senso di responsabilità non può e non deve essere intesop come un chinare la testa e rinunciare alle spettanze dovute». Già gli stipendi. I dipendenti stanno facendo davvero i salti mortali per far quadrare i conti dei bilanci familiari. «Con i se, i ma, i forse, i vedremo – dicono – non si va da nessuna parte, le difficoltà di cassa dei Comuni, nonpossono rappresentare per queste amministrazioni comunali morose un alibi. Abbiamo fornito dei servizi e vogliamo essere pagati. Non lo diciamo noi per un capriccio, lo pretendiamo perchè lo stipendio è un diritto, un diritto che oggi ci viene negato».

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