Cosenza
Corbelli replica alla rubrica di Grandinetti: “ingiusta e assurda accusa”
Riceviamo e pubblichiamo la replica di Franco Corbelli a Stefano Grandinetti, che cura per quicosenza.it la rubrica “Siamo uomini o caporali”.
COSENZA – “Dispiace che Stefano Grandinetti cada nella facile tentazione di criticare comunque e chiunque, senza distinguere e spiegare il perché delle diverse posizioni da lui citate, messe invece indistintamente tutte nel mirino. Non solo questo. Personalmente mi ferisce e indigna sentirmi addirittura dire “che della realtà non ve ne frega nulla”! Dovrei subito chiedere a Grandinetti: ma si è reso conto di quello che ha scritto, della ingiusta, assurda e ridicola accusa (per me pari ad una offesa) rivolta, tra l’altro, anche a me, che da una vita mi occupo(per fortuna, quasi sempre, con risultati positivi) dei problemi e dei diritti della gente! Mi riferisco al suo articolo -commento “Se verrò eletto … giurin giurello”. Mi annovera infatti, sia pure senza citarmi, tra i novelli democristiani di oggi per la mia promessa di, se eletto, di portare i cantanti, unendomi e mischiandomi con quelli che promettono di devolvere la indennità(cosa che faccio da 14 anni, da quando sono stato eletto consigliere provinciale. Non solo questo, faccio molto di più: da 30 anni, infatti, autofinanzio, con il mio modesto stipendio di docente, tutte le mie campagne umanitarie), di portare le aziende, il lavoro, ecc. Va, come dicevo, finanche oltre arrivando a sostenere l’assurdo e a sfiorare il ridicolo, con la negazione assoluta della verità, scrivendo “che della realtà non ve ne frega nulla”. Evito finanche di rispondere. Cosa dovrei ricordagli, le mille persone aiutate e salvate in oltre 30 anni!”.
“Ma qualcosa va comunque sottolineata. Vorrei solo dire che questo è un modo scorretto di fare informazione. Primo, perché io, come è noto e come documento nel nostro sito, da oltre 30 anni per fare quello che ho fatto (mille battaglie civili, di giustizia, per il lavoro, innumerevoli campagne umanitarie, nazionali e internazionali, con, ripeto, un migliaio di persone aiutate e salvate; vada, ripeto, sul nostro sito o faccia una semplice ricerca in rete, per ogni settore, per vedere cosa ho realizzato in più di tre decenni!) non ho certo mai avuto bisogno di ricorrere al “se verrò eletto”. Le mie lotte le ho fatte sempre dalla strada. L’ho detto , se eletto, in questa circostanza semplicemente perché questa iniziativa di portare i due cantanti(non due qualsiasi, o perché vincitori di Sanremo, l’annuncio l’ho fatto sabato sera, come si può verificare, su Facebook, due ore prima dei risultati finali del Festival) ma quelli che hanno interpretato una canzone che racconta il dramma dell’immigrazione, dei muri della vergogna , del terrorismo feroce, delle guerre inutili ma anche, per fortuna, del sorriso di un bambino. La canzone in cui rivedo un po’ la storia della mia vita. Il brano che parla delle stesse cose che ho raccontato nel mio libro La favola del piccolo Cisse. Per questo motivo ho detto che se eletto li porterò a Cosenza per una festa popolare ma anche e, per me la cosa più importante, soprattutto come momento di riflessione, per i giovani, sul dramma dell’immigrazione. In perfetta coerenza e continuazione con l’impegno di tutta la mia vita e di quel mio manifesto elettorale che ho voluto, non a caso, dedicare al tema dell’accoglienza, con quel bambino, un piccolo migrante, con le braccia protese verso il cielo che dalle coste della Libia guarda oltre quel mare, cercando e sperando di trovare un futuro e una vita più dignitosa. Migliaia di questi bambini purtroppo sono morti, nei tragici naufragi, inseguendo quel sogno. Ecco il senso nobile della mia iniziativa di invitare a Cosenza i due cantanti e, subito dopo, anche un altro artista autore di un altro brano sul dramma dell’immigrazione particolarmente toccante. Queste le motivazioni, che non è giusto ignorare e offendere per il solo scopo di dover criticare ad ogni costo, sempre e comunque, qualunque cosa, anche una, ritengo, lodevole iniziativa umanitaria. Lasci stare l’ironia del grande(e generoso) Totò per queste storie così belle e significative, la utilizzi per altre cose più frivole”.
Franco Corbelli
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