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Imprenditore di Aprigliano adescava minori su facebook per rapporti pagati anche 600 euro

Italia

Imprenditore di Aprigliano adescava minori su facebook per rapporti pagati anche 600 euro

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L’uomo arrestato in Piemonte si presentava come un quarantenne ‘generoso’ in piena crisi coniugale.

 

ALESSANDRIA (CS) – Giovanni Amato, autotrasportatore sessantenne di Aprigliano, è stato arrestato lo scorso giovedì ad Alessandria. L’uomo pare sia stato intercettato attraverso un profilo facebook creato dagli agenti di Polizia di Stato per incastrarlo. Accusato di induzione alla prostituzione minorile Amato sembrerebbe che dal 2015 adescasse minorenni sui social network per poi indurle a prostituirsi. Nel profilo falso utilizzato dagli inquirenti era stata usata l’immagine di una modella dall’aspetto di una minorenne che ha subito attirato l’attenzione del calabrese da tempo residente in provincia di Alessandria titolare di una piccola impresa operante nel settore dei trasporti.

 

Il sessantenne si presentava alle ragazze in chat come un quarantenne ‘molto generoso’ in piena crisi coniugale. Durante l’interrogatorio Amato ha ammesso di farlo per ‘passatempo’ e che i rapporti sessuali concordati on line sarebbero stati pagati dai 150 ai 600 euro, ma solo con una ragazzina (oggi diciassettenne) di cui si era invaghito. Tre invece sarebbero le studentesse adescate, secondo gli inquirenti che non escludono possano essere molte di più le vittime di Amato. Attraverso un falso profilo facebook, l’imprenditore richiedeva l’amicizia alle minori e iniziava il suo corteggiamento virtuale: prima i complimenti, poi lo scambio del numero telefonico, i messaggini Whatsapp e poi la proposta di un incontro.

 

Meccanismo appurato durante le indagini quando dalla pagina social predisposta dagli agenti sono partite richieste di amicizia a persone che avevano contatti con Amato che quasi subito ha entrato in amicizia anche col finto profilo della polizia. Gli inquirenti sono giunti a lui grazie alla denuncia dell’insegnante d’una scuola superiore di Alessandria che aveva raccolto la confidenza di una sua allieva “vittima” del sessantenne cosentino e ha denunciato tutto lo scorso maggio. Gli incontri pare avvenissero principalmente in un camper oppure in albergo dell’hinterland di Alessandria e venivano ‘retribuiti’ con somme ingenti di denaro. Se una ragazza però tentava di interrompere il rapporto, veniva ricattata dal sessantenne che minacciava di far vedere alla sua famiglia i messaggi della chat e le foto più compromettenti.

 

Fin dai primi riscontri della polizia, è emerso come le relazioni andassero avanti dal 2015. Scattata l’operazione gli agenti hanno posto sotto sequestro un telefono cellulare, che l’uomo teneva in auto per non destare sospetti nella famiglia, la moglie e i due figli e, successivamente computer e tablet. Le chat e i messaggi intercettati lascerebbero poco spazio all’interpretazione. Le giovani vittime ricevevano denaro che spendevano in abbigliamento, a volte per acquistare sostanze stupefacenti, in alcuni casi anche per fare la spesa di beni di prima necessità, senza che le famiglie, del tutto estranee, avessero sospetti. Le indagini proseguono per capire se altre ragazze sono coinvolte nella rete di ragazzine adescate che sembrerebbe frequentino tutte la stessa scuola superiore di Alessandria e vertano in condizioni economiche particolarmente disagiate. L’uomo espletate le formalità di rito l’uomo è stato tradotto in carcere in attesa di giudizio.

 

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