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La ‘ndrangheta uccise suo figlio, restituisce tessera elettorale: ‘La giustizia non esiste, non voto più’

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La ‘ndrangheta uccise suo figlio, restituisce tessera elettorale: ‘La giustizia non esiste, non voto più’

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CATANZARO – Non crede più nelle istituzioni ed ha quindi deciso di non voler più esercitare il suo diritto di voto.

Mario Congiusta, padre di Gianluca, ucciso in un agguato di ‘ndrangheta a Siderno il 24 maggio 2005, ha scritto al Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, inviandogli la sua tessera elettorale. “Il mio gesto estremo – afferma Congiusta nella lettera – vuole rappresentare una civile protesta per la scarsa considerazione che la politica e le istituzioni hanno nei confronti dei cittadini che chiedono che vengano colmati vuoti legislativi di particolare importanza per la giustizia e per l’incolumità delle persone”.

 

Chi le scrive è il padre di un giovane imprenditore calabrese, Gianluca Congiusta, vittima innocente della criminalità organizzata, ucciso a Siderno, da un criminale indultato, tale Tommaso Costa. Tale assassino è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Locri per l’omicidio di mio figlio, oltre che per associazione di stampo mafioso ed altro. Tale decisione è stata confermata dalla Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria. La seconda sezione della Cassazione, dopo una brevissima camera di consiglio, ha però annullato la sentenza con rinvio, relativamente al solo omicidio, trasmettendo gli atti processuali ad una diversa sezione della Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria per un nuovo giudizio”. “Ritengo – sostiene ancora Mario Congiusta – che tali diversità sentenziali tra i vari organi di giustizia siano dovute ad un vuoto legislativo da me segnalatole via e-mail alcuni mesi orsono. Stessa segnalazione ho fatto all’on. Rosi Bindi, nella qualità di Presidente della Commissione Parlamentare antimafia; al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al deputato Ernesto Magorno, componente delle Commissioni Giustizia ed Antimafia, ed a decine di altri parlamentari di vari partiti con una sola risposta da parte di Fratelli d’Italia.

 

Come lei sicuramente saprà, la normativa vigente regolamenta l’utilizzabilità come prova solo delle intercettazioni ambientali e telefoniche, mentre non regolamenta l’utilizzabilità delle lettere intercettate ai detenuti. Pertanto, in assenza di una specifica previsione normativa, l’intercettazione della corrispondenza epistolare è illegittima e processualmente inutilizzabile. E’ facilmente comprensibile che, se il vuoto normativo non viene tempestivamente eliminato, il crimine organizzato continuerà ad avere a sua disposizione un mezzo di comunicazione, semplice ma efficace e, soprattutto, assolutamente inviolabile dagli organi inquirenti, che consentirà, ad esempio, anche ai boss detenuti, di continuare ad impartire ordini e direttive agli affiliati”. “Non posso sapere – conclude la lettera di Mario Congiusta al Ministro Orlando – come finirà il processo che mi riguarda, ma di un fatto sono certo: che a distanza di quasi dieci anni, corro il rischio di non avere quella giustizia che mi è dovuta per colpa grave di chi è preposto, e pagato, a legiferare e colmare vuoti segnalati“.

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