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Troppi debiti: crac della ‘Scorpion’ di Rende, condannato ex amministratore a 5 anni

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Troppi debiti: crac della ‘Scorpion’ di Rende, condannato ex amministratore a 5 anni

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Sandro Daniele, ex amministratore della società che gestiva lo ‘Scorpion Health Club’, è stato condannato ieri dal Tribunale di Cosenza.

 

COSENZA – Cinque anni di reclusione per bancarotta fraudolenta documentale e preferenziale: con questa accusa, ieri, il Tribunale di Cosenza ha condannato Sandro Daniele, amministratore della società che gestiva lo “Scorpion Health Club”, la mega palestra di Rende del valore di circa sei milioni di euro. Il collegio (presieduto dal giudice Enrico Di Dedda; a latere Lucia Marletta e Giusy Ianni) ha espresso la sua sentenza per l’imprenditore di San Marco Argentano (difeso dagli avvocati Ugo Celestino e Ferdinando Palumbo); condannato anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. E’ stato assolto, invece, per altri reati perché il fatto non sussiste. Daniele si è sempre professato innocente. Il Tribunale di Cosenza ha revocato la sospensione condizionata delle pene che era stata concessa a Daniele dalla Corte di Appello di Catanzaro. La sentenza di primo grado è stata emessa nel tardo pomeriggio; le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni.

IL FALLIMENTO DELLA MEGA PALESTRA

Scorpion2La sentenza di ieri, è stata sollecitata dal pm Giuseppe Cava che, tre anni fa, aveva ordinato il sequestro della struttura, “affare d’oro” per la famiglia Daniele. Secondo l’inchiesta – coordinata dalla Procura (oggi guidata dal procuratore capo Mario Spagnuolo) e condotta dal pm Giuseppe Cava – l’amministratore pro tempore della suddetta società, Sandro Daniele, avrebbe distratto dalla massa fallimentare consistenti valori di cassa e l’intero complesso aziendale, mediante l’utilizzo di artefatti contratti di fitto d’azienda e false fatturazioni. Ma le attività della mega palestra sono proseguite, nonostante il blitz della finanza, sotto la guida di un curatore fallimentare. Nel corso delle indagini sono stati individuati diversi beni immobili siti in Rende, con impianti sportivi, macchinari, attrezzature, arredi, macchine d’ufficio, marchio del centro sportivo e avviamento commerciale. Infatti, la struttura si estende su una superficie di oltre 10.000 mq e comprende, bar, ristorante/pizzeria, centro estetico, centro benessere, due piscine di cui una semi-olimpionica, campi da calcio, da tennis e da squash, 6 palestre attrezzate e una discoteca. Nonché uno yacht di proprietà della società ormeggiato in un porto in provincia di Cosenza. 

Scorpion3A seguito dell’operazione Scorpion Death la gestione dell’azienda era stata affidata all’amministratore giudiziario che avrebbe provveduto a versare gli introiti giornalieri dell’attività nel conto ad essa intestato. Le continue perdite rilevate, però, hanno reso necessaria la chiusura della struttura e l’affidamento del complesso aziendale al curatore fallimentare, al fine di evitare che venissero ulteriormente compromessi gli interessi dei creditori. Secondo il pm Cava “lo strettissimo legame tra le due società induce a ritenere che le stesse, pur presentandosi formalmente come due distinti soggetti giuridici, costituissero un’unica realtà economico-imprenditoriale e che la costituzione della nuova società sia stata ideata e realizzata nella fase terminale della Scorpion Helath Club srl, che ormai da anni viveva una situazione di dissesto irreversibile caratterizzata da un colossale indebitamento (circa 10 milioni di euro) e da redditività pressochè nulla (per le continue ed ingenti perdite d’esercizio, tali da erodere completamente il capitale sociale e da rendere necessaria la messa in liquidazione)”.

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