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Imprenditrice scompare a Bolzano, aggredita a bastonate favorì latitante
BOLZANO – Non si hanno sue notizie da circa un mese.
Ieri, presso la Procura di Bolzano si è tenuto un vertice con le forze di polizia per coordinare le ricerche di Maria Rosa Prandelli. La donna risulta essere proprietaria di un lussuoso albergo in Val D’Ega, il Grand Hotel Carezza. La sessantaquattrenne, con anni di esperienza nel settore alberghiero, nel 2013 amministrava anche il Villaggio Capopiccolo ad Isola Capo Rizzuto. La sua permanenza nel crotonese le costò un’aggressione in piena notte a colpi di bastone da pare di tre uomini a volto coperto. Sin da subito fu esclusa l’ipotesi di tentata rapina. Mentre stava rientrando a casa con il marito, appena scesa dall’auto fu travolta da un turbinio di strattonamenti in cui l’uomo fu allontanato e scaraventato con violenza a metri di distanza e lei rimase a terra a subire la spedizione punitiva studiata ai suoi danni.
La dinamica dell’episodio lasciò pensare ad un atto intimidario e vendicativo di chiara matrice mafiosa. Ad oggi gli aggressori non sono ancora stati individuati, ma a far riflettere è la sua presenza nel registro degli indagati al processo contro le cosche di Cutro dove la donna viene accusata di favoreggiamento della latitanza di Salvatore Iulis. Secondo gli inquirenti, la donna avrebbe aiutato Iulis, ricercato in qualità di esecutore materiale degli omicidi di Francesco Arena e Francesco Scerbo, a sottrarsi all’arresto incontrandolo e provvedendo al suo sostentamento a 360°: dal cibo al denaro. Il vertice di Bolzano servirà ad unire tali elementi al fine di individuare una pista che porti al ritrovamento della donna. Sinora della sessantaquattrenne sono stati ritrovati sia la vettura, parcheggiata a Bolzano, sia i cellulari che la donna aveva lasciato nel Grand Hotel prima di allontanarsi a bordo della sua Nissan Micra.
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