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Calabresi al voto a Novembre, le prime elezioni con il ‘Porcellissimum’

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Calabresi al voto a Novembre, le prime elezioni con il ‘Porcellissimum’

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REGGIO CALABRIA – Si andrà alle urne il 9 o al massimo il 16 di Novembre. Con una legge elettorale confezionata dopo la condanna di Scopelliti e votata dalla sola maggioranza.

Soglia minima di sbarramento al 15%. E la legge finisce sui banchi della Corte Costituzionale. Il giudizio sulla legittimità della riforma potrebbe però ritardare le elezioni di mesi e mesi. Il che farebbe estremamante felice la compagine scopellitiana. I nuovi bandi europei 2014 – 2020 da gestire a partire, guarda caso, da Novembre fanno gola a tutti i partiìti in quanto estremamente funzionali alle campagne elettorali bipartisan. Appalti, consulenze, progetti. I fondi di Bruxelles potrebbero avere un ruolo di notevole importanza nella prossima tornata elettorale. A prescindere dalla data. Dopo gli annunci di Alfano sul voto in Calabria da far in contemporanea con Piemonte e Abruzzo a Novembre, ieri anche il presidente dell’assemblea regionale Franco Talarico ha confermato la chiamata alle urne dei calabresi in autunno. Pesa però come una spada di Damocle l’attesa del giudizio della Corte Costituzionale a cui il ministro calabrese Maria Carmela Lanzetta è stato costretto a ricorrere per obbligo di legge.

 

Talarico invece continua ad affermare che difenderà le scelte prese con il nuovo statuto elettorale della Calabria. E sullo sbarramento il presidente dell’assemblea regionale ha affermato che si tratta di una decisione volta ad “evitare la frantumazione delle rappresentanze” rassicurando che “dalla prossima conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari di lunedì prossimo, lavoreremo, anche alla luce della proposta del Pd di abbassare la soglia di sbarramento all’8%, per trovare una soluzione quanto più possibile unitaria ed eventualmente modificare l’originaria soglia del 15%”. Intanto si ricorda che il ‘Porcellissimum’, la legge post-Scopelliti attraverso la quale i calabresi sceglieranno i propri rappresentanti, ha ridotto i collegi elettorali da cinque a tre individuati negli ex territori delle province di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria. Ma su questo come sulla cancellazione del voto disgiunto Talarico è certo che la Corte Costituzionale non ha posto alcuna censura. Insomma sarebbero solo cavilli risolvibili con un accordo tra i partiti che siedono in consiglio. Vedremo.

 

 

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