Archivio Storico News
Burocrazia e celiachia, pazienti in tilt: ‘Non ho i soldi per la pasta di mio figlio’
COSENZA – I prodotti per celiaci, generalmente costosissimi, non possono più essere acquistati con i buoni ticket nella propria farmacia di fiducia.
Un problema che sta creando diversi disagi a farmacisti e utenti. Il metodo con il quale, solitamente, venivano presentate dai farmacisti all’Asl, le fatture per i rimborsi dei prodotti erogati è stato stravolto dalla Regione. Attualmente come spiega il presidente di Federfarma Alfonso Misasi “la trafila burocratica imposta con il nuovo regolamento prevede che la farmacia porti direttamente alla provincia di competenza (che varia a seconda della residenza del paziente ndr) le fatture per i rimborsi. Non tutti possono però permettersi di accettare i buoni e mandare a Milano o Catanzaro queste fatture allora li rifiutano. Ciò va solo a scapito degli utenti costretti a vagare in cerca di un supermercato o di una farmacia che eroghi i prodotti con le convenzioni previste dal servizio sanitario nazionale”. La madre di un bimbo affetto da celiachia afferma che “l’Asl ci consegna 12 ticket annuali (comunque non sufficienti) per la spesa mensile da effettuare in farmacia o nei supermercati convenzionati. Oggi sono andata a ritirare i prodotti in farmacia e mi hanno detto che non era possibile usare i buoni perchè per problemi con l’Asl se avessi voluto comprarli lì lo avrei dovuto fare a mie spese. Tenendo conto che sono molto costosi, che la mia è una famiglia modesta, che lo Stato provvede solo per i prodotti di prima necessita’ tutto ciò mi sembra assurdo. Le farmacie hanno grossi problemi per il rimborso perchè se un turista di Milano, per esempio, usa il ticket qui a Cosenza, loro devono portare documentazione nella citta’ dal quale è stato erogato. Il risultato qual’è? CHe a farne le spese siamo noi cittadini. E’ vergognoso. Parliamo di alimenti di prima necessita’, non del superfluo. Non si sa quanto tempo durerà questo braccio di ferro tra farmacie ed Asl. Nel frattempo se non ho la possilita’ di acquistare almeno la pasta cosa dò da mangiare a mio figlio?”. Un vero dramma creato dalla burocrazia. Eppure basterebbe una semplice determina regionale che autorizzasse a continuare a distribuire i prodotti per celiaci così come è stato fatto negli ultimi 20 anni.
Social