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Rifugiati senza soldi, ma le Misericordie dice di non averli ‘rubati’

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Rifugiati senza soldi, ma le Misericordie dice di non averli ‘rubati’

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ISOLA CAPO RIZZUTO (KR) – Samuel ha 22 anni e viene dall’Africa Sub-sahariana.

Nel suo paese era uno studente universitario, poi un grosso problema familiare lo ha portato in Calabria, dopo mesi di deserto a chiedere l’elemosina nel parcheggio di un supermercato catanzarese. Ma il sindaco Abramo, cui carica era stata rimessa per la contraffazione delle tessere elettorali, lui che guidava la giunta travolta dallo scandalo delle carte d’identità rilasciate in cambio di sesso, non ama chi chiede denaro per strada. La sua ordinanza antiaccattonaggio punta il dito contro tutti coloro che cercano di sbarcare il lunario con la carità. Samuel, il nome di fantasia, rientra perfettamente nelle vittime del provvedimento lanciato da Abramo e viene allontanato da tutti i posti in cui si ferma. Non ne capisce il senso. Per lui è molto umiliante chiedere denaro. Non sarebbe necessario, se solo il Centro d’accoglienza presso cui vive, il Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, in attesa di ottenere lo status di rifugiato (finchè la commissione non rilascia lo status i rifugiati non possono lavorare) gli desse la piccola cifra che gli spetterebbe. Nessuno al centro gli ha mai dato informazioni precise sui suoi diritti. Sa solo che senza l’elemosina non potrebbe far fronte ai più elementari bisogni di sopravvivenza. Racconta che, nel centro in cui è ospitato, il cibo è pessimo e non gli vengono forniti abiti di ricambio. Quelli che ha indosso, puliti e dignitosi, li ha ricevuti da una donna catanzarese incontrata mentre chiedeva l’elemosina. Le condizioni igieniche del centro sono precarie, racconta di ricevere solo un piccolo pezzo di sapone ogni due settimane circa, sufficiente per un solo lavaggio. 

 

Sulla mancata erogazione dei fondi statali da parte delle Misericordie che gestisce buona parte del CARA Sant’Anna, Repubblica ha rilevato come “facendo un calcolo approssimativo di 2,50 euro per una media di 1500 persone, si arriva alla somma di 3.750 euro al giorno che moltiplicato per 21 mesi, cioè 630 giorni, fa oltre due milioni di euro”. Cifra che incassa le Misericordie, ma che difendendosi dalle accuse mossegli dice in una nota ufficiale di aver redistribuito tra i migranti. La Prefettura di Crotone (titolare per contratto del potere di controllo sul Centro), ha effettuato i suoi accurati controlli a seguito dei quali con nota del 19 marzo 2014 ha chiarito non vi fosse assolutamente alcuna irregolarità pari alla cifra indicata dal rapporto stilato da Onu, Croce Rossa e Save the Children. Mancavano solo 10mila euro all’appello. Per l’esattezza 9.653,61 euro successivamente accreditati con una nota di credito. E i due milioni di euro spariti? Quei pocket money che l’Onu denuncia non siano mai stati erogati ai rifugiati? “Il rapporto, – si giustifica in una nota Le Misericordie – è di quasi un anno fa. Bastava aggiornare quelle informazioni sentendo la Prefettura – titolare, per contratto, del potere di controllo sul Centro, sempre esercitato in modo molto puntiglioso – o le Misericordie. Non avremmo potuto impedire la pubblicazione di alcunché, ovviamente. Vi avremmo semplicemente fornito le informazioni e i documenti che avrebbero impedito a voi di dare una notizia difforme dal vero in modo impressionante”. Impressionante come la situazione dei migranti che continuano ad affermare di non ricevere neanche un centesimo.

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