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Laboratori fantasma dell’Arpacal, venduti da Dodaro: rinvio a giudizio per i cinque indagati

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Laboratori fantasma dell’Arpacal, venduti da Dodaro: rinvio a giudizio per i cinque indagati

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L’immobile venne acquistato dall’Agenzia per due milioni e 152mila euro di fondi Por, ma non sarebbe adeguato ad ospitare laboratori.

 

CASTROLIBERO (CS) – Rinvio a giudizio per i cinque indagati nell’ambito dell’inchiesta del “laboratorio fantasma” acquistato dall’Arpacal a Castrolibero. Questa la richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, avanzata dal Procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e dal sostituto Alessandro Prontera. La vicenda riguarda presunti illeciti, commessi nella compravendita di un immobile a Castrolibero, da parte dell’Agenzia regionale per l’ambiente. Ha avuto origine nel febbraio 2009, quando l’Arpacal indusse una gara per trovare una nuova sede per i propri laboratori in provincia di Cosenza. Alla gara rispose solo la società Efim, finanziaria del gruppo Dodaro che, tuttavia, effettuò la compravendita due anni dopo la gara. 

Vi fu il primo blocco dato dal parere dell’avvocato Valerio Donato, docente all’Università di Catanzaro, secondo il quale il palazzo era strutturato per uso destinato ad uffici pubblici e non laboratori; da qui lo stop all’acquisto da parte dell’ex direttore dell’Agenzia Vincenzo Mollace. Dopo sopraggiunse un nuovo direttore dell’ente Arpacal, Sabrina Santagati che, invece, revocò l’annullamento della gara d’appalto mise a segno la vendita dell’immobile dall’Efim per due milioni e 152mila euro di fondi Por. Un acquisto che, agli occhi degli inquirenti, non sembrò del tutto regolare. L’imposta, infatti, non sarebbe stata versata nelle casse dell’erario.

L’anno scorso, perciò, dopo una serie d’indagine, il Nucleo tributario della Guardia di finanza di Catanzaro eseguì un sequestro di beni per un importo di circa 360mila euro nell’ambito dell’inchiesta sui presunti illeciti commessi nella compravendita di un immobile a Castrolibero da parte dell’Arpacal. Tra i beni sequestrati vi furono i conti correnti, azioni e un appartamento tutti riconducibili alla Efim, del gruppo Dodaro e proprietaria dell’immobile ceduto all’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Per questo il legale rappresentante della società cosentina, Francesco Dodaro, è stato iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di violazione delle norme in materia di corresponsione dell’Iva. L’indagine aveva già portato all’emissione di quattro avvisi di garanzia nei confronti dell’ex direttore generale dell’Arpacal Sabrina Santagati, dell’ex direttore amministrativo Stefania Polimeni, di Valeria Castracane, all’epoca dei fatti dirigente del dipartimento Programmazione della Regione, e di Francesco Italiano, dirigente dell’Arpacal. L’accusa ipotizzata per tutti é di abuso d’ufficio. Per i cinque indagati, ora, il rinvio al giudizio e la parola passa al gup del Tribunale di Catanzaro.

 

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