Archivio Storico News
Nordafricano lavorava con sarta di Cetraro per produrre capi ‘tarocchi’
CETRARO – Si tratta di abbigliamento di pregevole valore. Rifiniture curate, ma etichette false.
A portare alla scoperta della sartoria clandestina è stato un episodio fortuito. Una spiacevole coincidenza che ha incastrato l’uomo di origini nordafricane già noto alle forze dell’ordine per reati legati alla contraffazione. I baschi verdi del Tirreno nel corso di controlli di routine avrebbero sorpreso l’uomo mentre usciva da una palazzina nei pressi della stazione ferroviaria di Cetraro, portando con sé grosse buste di plastica. Insospettiti i finanzieri avrebbero fermato il nordafricano per verificare il contenuto delle buste al cui interno erano stipati numerosi capi d’abbigliamento: scarpe, polo, jeans e giubbini, destinati alle bancarelle del mercato che si tiene settimanalmente nella piazza della cittadina tirrenica. Le Fiamme Gialle visti i precedenti dell’ambulante nel tentativo di individuare ulteriore merce contraffatta hanno provveduto a ricostruire a ritroso la strada percorsa dall’uomo. Il tratto di strada percorso dall’uomo li avrebbe così portati dinanzi ad un piccolo locale, una sartoria dove una donna del luogo era intenta a lavorare a macchina. Non si trattava però di normali lavori sartoriali. Il compito della signora era quello di staccare dai vestiti le etichette di marche sconosciute per sostituirle con quelle di ben più note griffes. Nel laboratorio, oltre a due macchine da cucire e tutta l’attrezzatura necessaria, sono state rinvenute migliaia di etichette di note griffes, tra cui Peuterey, Blauer, Fred Perry, Robe di Kappa, pronte per essere cucite su altrettanti capi di vestiario. I due avevano allestito una vera e propria fabbrica clandestina che, in piccolo, ricalcava un modus operandi molto diffuso in Campania: l’uomo procurava i capi di abbigliamento e la donna, con estrema perizia, provvedeva ad apporvi i marchi. Tutta la merce è stata sequestrata, così come il laboratorio e le attrezzature per il confezionamento, mentre per i due è scattata una denuncia per concorso in contraffazione di marchi e segni distintivi.

Social