Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Al teatro Morelli in scena Malaluna della pasionaria anti ‘ndrangheta

Archivio Storico News

Al teatro Morelli in scena Malaluna della pasionaria anti ‘ndrangheta

Pubblicato

il

COSENZA – In scena mercoledì alle 21, al teatro “Morelli” di Cosenza, lo spettacolo di impegno civile “Malaluna”, promosso dalla sezione di Cosenza della Fidapa con il sostegno dell’Amministrazione comunale.

“Malaluna – Storie di ordinaria resistenza nella terra di nessuno”, è scritto e interpretato da Rosy Canale, per la regia di Guglielmo Ferro (figlio del grande Turi Ferro) che firma anche le scene. Le musiche sono di Franco Battiato, le proiezioni grafiche di Peppo Bianchessi e Massimiliano Pace e la produzione è di “Bananas”. Lo spettacolo, ad ingresso gratuito, si inserisce nel programma delle “Buone Feste Cosentine”, promosse dall’Assessorato agli spettacoli ed eventi guidato da Rosaria Succurro. Rosy Canale è la pasionaria anti-‘ndrangheta che nel 2004 pagò cara la sua ribellione alla criminalità organizzata.

 

“La violenza – dice la Canale nella presentazione dello spettacolo – ha cambiato la mia vita in maniera drastica. Il mio nome poteva essere nella lista delle vittime della ‘ndrangheta, ma io non sono morta.” Rosy Canale la violenza l’ha subita sulla sua pelle. Quarant’anni anni, donna, madre, imprenditrice, nata a Reggio Calabria dove gestiva con grande successo il Malaluna, un locale che era insieme discoteca e ristorante. Nel 2004, dopo un anno di minacce, subisce un violento pestaggio per aver impedito di spacciare droga al Malaluna. È salva per miracolo, ma ci vogliono tre anni di riabilitazione per riprendersi. Si trasferisce prima a Roma, poi a New York, inseguita da nuove minacce. Nel 2007, a seguito della strage di Duisburg, Rosy decide di non rimanere a guardare e si trasferisce nel cuore della ‘ndrangheta calabrese. Lavora come volontaria nella scuola e capisce che è da lì che le cose devono cambiare, dai bambini già vittime dell’ignoranza, dalle insegnanti remissive, dalla madri educate all’obbedienza che però, incuriosite dai racconti dei figli, si avvicineranno a lei. Rosy diventa la locomotrice del Movimento delle Donne di San Luca, 400 donne sottoscrivono.

 

L’obiettivo è di creare possibilità lavorative e culturali in un territorio considerato ad altissima penetrazione mafiosa; portare bambini e giovani su una strada diversa da quella solita, scontata e inevitabile perché unica. La forza del movimento sono le sorelle, le madri e le figlie dei morti ammazzati che garantiscono, con turni di volontariato, l’apertura del centro ludico e di attività culturali. Poi tutto finisce perché le promesse (in tanti si erano scomodati a dare sostegno) non hanno mai avuto un seguito. Viene staccata la luce e tutto si ferma. Ancora oggi Rosy vive a New York, ma attorno a lei si è creata una grande energia e in molti si stanno offrendo per far risuonare la sua voce. Nel 2008 ha vinto il Premio per la Legalità del Comune di Locri. Alla sua storia si sono interessate anche prestigiose testate straniere: il ‘Los Angeles Times’, il ‘Seattle Post’, il ‘Washington Post’e il britannico ‘The Guardian’.

 

Nel 2012 ha ricevuto il Premio Brutium attribuitole dalla Fidapa per la città di Cosenza. Nel 2013 finalmente anche l’Italia decide di appoggiare la lotta di Rosy Canale per una cultura della legalità. Ad ottobre il Progetto contro le Mafie, organizzato da Andrée Ruth Shammah, al Franco Parenti di Milano, ha ospitato il debutto assoluto del suo spettacolo teatrale dal titolo “Malaluna – Storie di ordinaria resistenza nella terra di nessuno”. Un testo dove c’è tutta la storia di Rosy, a partire dalla sua infanzia tra la casa a Reggio e quella della nonna, a Fiumara, passando per i cortei funebri dei morti ammazzati e per i pellegrinaggi verso Santi e Madonne. Un racconto che si snoda inesorabile tra le pietre, i silenzi, la rassegnazione della gente, l’indignazione, l’insubordinazione alla ‘ndrangheta.

 

A spiegare la collaborazione tra Fidapa e Comune di Cosenza è Silvana Gallucci, Presidente della sezione di Cosenza dallo scorso primo settembre. “Nel solco della continuità e della mission che è propria di Fidapa – afferma la Gallucci – e cioè promuovere, coordinare e sostenere le iniziative delle donne che operano nel campo delle arti, delle professioni e degli affari, abbiamo avviato una serie di iniziative che hanno al centro il coraggio di essere donna in Calabria. La figura di Rosy Canale, autrice del libro da cui è tratto il testo teatrale che mercoledì sarà rappresentato al “Morelli” di Cosenza, è una figura emblematica di questo coraggio, ma anche della battaglia intrapresa per dimostrare che nella nostra regione non esiste solo la ‘ndrangheta, ma anche gente che non si arrende contrapponendosi con tutte le sue forze e la determinazione necessaria al dilagare del malaffare e della criminalità organizzata. Siamo grate al Sindaco di Cosenza e all’Assessore Rosaria Succurro – ha infine affermato Silvana Gallucci – per aver sposato il nostro progetto che si colloca a pieno titolo in quel percorso di difesa della legalità che abbiamo intrapreso con le nostre iniziative e in particolare con quelle a tutela della democrazia paritaria.” 

 

 

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA