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Madonna della Catena, fischi e botte davanti alla Prefettura

Area Urbana

Madonna della Catena, fischi e botte davanti alla Prefettura

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Il direttore amministrativo dell’Asp viene colpito e si accascia al suolo

L’Azienda: non ci faremo condizionare

I lavoratori della clinica dichiarano l’agitazione

COSENZA – Un brutto risvolto nella vertenza della Madonna della Catena, la casa di cura di Laurignano, tornata nei guai quando il rischio di fallimento di alcuni anni fa sembrava scongiurato. Dopo un’estate di tensione è arrivato l’autunno caldo.

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La clinica Madonna della Catena

A luglio il decreto con cui il direttore generale dell’Asp aveva concesso i posti letto alla clinica, di proprietà del gruppo iGreco aveva placato gli animi. La revoca in autotutela, operata poco più di un mese dopo, è stata una doccia fredda: circa settanta lavoratori, da fine dicembre, rischiano di trovarsi per strada. E il sogno degli imprenditori cariatesi, di creare un gande ospedale privato (“Economico e virtuoso”, lo ha definito Saverio Greco), rischia di andare in fumo.

 

La parte politica di questo confronto a tre, in cui la proprietà e i lavoratori premono sull’Asp e sulla Regione, è andata malissimo e l’esito giudiziario sembra scontato, dopo che i vertici della Regione e i titolari dell’azienda hanno annunciato di volersi querelare reciprocamente.

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Il prefetto Gianfranco Tomao

Quella sindacale, condotta dai lavoratori, non è stata meglio: al tavolo di crisi, convocato in prefettura, la tensione è salita alle stelle. Dentro, i lavoratori (rappresentati dalla sola Gianna Nucci dell’Usb) si sono confrontati con il commissario regionale alla Sanità Massimo Scura, con il direttore generale dell’Asp Raffaele Mauro e il suo direttore amministrativo Luigi Bruno e con un funzionario del dipartimento regionale Tutela della salute.

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Le bandiere dell’Usb

Poco soddisfacenti i risultati, soprattutto per i lavoratori che, alla fine dell’incontro, hanno accolto i vertici dell’Asp con cori piuttosto coloriti e con il lancio di monetine. Di più: alcuni dipendenti hanno “circondato” Mauro e Bruno. Quest’ultimo, a un tratto, cade per terra. Soccorso, dichiara di essere stato colpito da uno dei lavoratori. Il “presunto aggressore” viene identificato dalle forze dell’ordine. Bruno non è la sola vittima dei disordini a piazza XI settembre: anche una lavoratrice della clinica resta ferita a una mano e viene accompagnata in Pronto Soccorso.

 

Durissima Gianna Nucci, dirigente dell’Usb e veterana delle battaglie sindacali della Sanità: “Mancano risposte certe: la verità è che le istituzioni sono tutt’altro che preoccupate della sorte dei lavoratori e non fanno altro che procrastinare le decisioni importanti”. Perciò la Nucci proclama lo stato d’agitazione del personale.

 

Pesante anche la nota dell’Asp: “Non ci faremo condizionare perché abbiamo sempre mirato alla tutela degli equilibri occupazionali. Chi pensa di orientarci con la violenza  con le minacce sbaglia di grosso”.

 

Il dipartimento regionale ha dato una settimana di tempo per la verifica di tutta la vicenda. Ma c’è da temere che, con queste premesse, è difficile che i lavoratori riusciranno a pazientare oltre.

m. m. 

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