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Bus carichi di migranti a Cosenza, la ‘scientifica’ sperimenta nuovo metodo di fotosegnalazione

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Bus carichi di migranti a Cosenza, la ‘scientifica’ sperimenta nuovo metodo di fotosegnalazione

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Migliaia di persone censite presso la Questura di Cosenza, prima in Italia a dimezzare i tempi per l’identificazione.

 

COSENZA – Centinaia di migranti identificati a Cosenza. Anche ieri notte la Questura bruzia ha lavorato per portare a termine le pratiche burocratiche avviate nel porto di Crotone. Circa trecento persone in mattinata sono approdate in Calabria con un barcone e accolte dalle forze dell’ordine che non sono riuscite a completare l’iter per censire tutti i migranti. Alle 19.00 è scattato l’allerta: in 123 sarebbero stati trasferiti a Cosenza. In realtà a mezzanotte, distrutti dal lungo viaggio, solo novanta adulti e un minore sono stati scortati fino alla Questura di Cosenza per l’identificazione. Un processo che è durato ‘solo’ cinque ore, poi un altro viaggio, verso i centri d’accoglienza della provincia. Trenta strutture che, grazie ai finanziamenti pubblici, dovrebbero garantire ospitalità, assistenza legale e sanitaria ai profughi. La maggior parte di loro dopo aver atteso il proprio turno per la fotosegnalazione è stata accompagnata sullo Jonio cosentino, ad Amendolara.

 

Il resto è stato spalmato presso altri centri. La macchina burocratico – investigativa, anche stanotte, pare abbia funzionato alla perfezione. I novanta migranti (provenienti da Sri Lanka, Bangladesh, Siria ed Iran) hanno atteso sugli autobus di essere identificati e una volta terminate le pratiche sono risaliti per ripartire alla volta delle strutture alle quali sono stati affidati dalla Prefettura di Cosenza. La Questura di Cosenza pare sia la prima in Italia ad aver dimezzato i tempi per la fotosegnalazione e la raccolta dalle impronte digitali. Grazie ad un software particolare implementato dalla polizia scientifica bruzia negli ultimi mesi si è dato vita ad un progetto pilota unico in tutto il Paese. Una nuova modalità di operare che, grazie agli eccellenti risultati conseguiti, potrà essere applicata anche in altre città riducendo lo stress dell’attesa sia per gli operatori sia per i migranti.

 

Immagine di repertorio

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