REGGIO CALABRIA – L’Arpacal, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria, nel 2008 e nel 2011, ha rilevato nella zona di Ravagnese-Saracinello (Reggio Calabria) un livello di radiofrequenza circa dieci volte superiore alle indicazioni del Consiglio d’Europa.
I campi elettromagnetici a bassa frequenza, utilizzati per la telefonia mobile e le reti wireless, possono avere effetti dannosi sull’ambiente e sulla salute umana e, secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, possono essere “agenti possibilmente cancerogeni per l’uomo”. Per fare chiarezza sulla vicenda i portavoce eurodeputati del M5s Piernicola Pedicini e Laura Ferrara hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea. L’organismo della Ue ha risposto sostenendo che in base alle informazioni a disposizione della Commissione, l’Italia applica limiti di esposizione più severi e inferiori rispetto a quelli suggeriti dalla raccomandazione del Consiglio d’Europa. L’esposizione a campi elettromagnetici nella zona di Ravagnese-Saracinello – ha sostenuto la Commissione europea – è tenuta a rispettare i limiti di esposizione stabiliti dalla legislazione italiana. Pedicini e Ferrara avevano chiesto alla Commissione quali misure intendeva intraprendere per proteggere la popolazione e l’ambiente di aree come quelle del Ravagnese-Saracinello in accordo con il principio di precauzione e sulla base delle risoluzioni e dei programmi di ricerca europei su questa tematica. Considerato che la Commissione europea non è entrata nel merito del quesito posto e che ha demandato tutto agli organismi pubblici italiani preposti, dovranno essere questi ultimi e, in particolare, la Regione Calabria, a spiegare ai cittadini residenti in quei territori qual è la situazione attuale e se l’emergenza radiofrequenza è stata superata.