RENDE – Una, anzi diverse sono le motivazioni che hanno spinto a chiedere la rimozione dal ruolo, della professoressa Patrizia Piro, prorettore, delegata al Centro residenziale: segnalate, denunciate e presentate in dettaglio più volte, che non hanno neanche avuto risposta. Da tempo Athena Rèf ed i suoi rappresentanti in consiglio d’amministrazione, Riccardo Latella, e nel senato accademico, Francesco Bossio, presentano nelle sedi opportune, le numerose criticità rilevate ma senza ottenere risposte. Si potrebbe partire da un dato che, già di per sé, fa riflettere: a novembre 2023 numerosi studenti aventi diritto, non hanno ancora ricevuto l’assegnazione di un alloggio. Ma i punti sui quali focalizzare l’attenzione sono diversi.
Il Centro Residenziale
‘Manifesta inadempienza‘ – secondo Latella e Bossio – rispetto alle mansioni che le competono soprattutto in merito alla gestione del Centro Residenziale che nell’Unical, è un’istituzione importante, storica, risalente al 1978 che piano piano è stata ‘spogliata’ del suo ruolo e dell’autonomia oltre che di risorse logistiche, finanziarie e di personale.
Il Centro Residenziale, nel complesso e in tutte le aree afferenti, negli ultimi anni ha attraversato una profonda e grave trasformazione che lo ha svilito riducendone risorse, possibilità e campo d’azione; il risultato ha generato un impatto negativo sulla qualità dei servizi erogati agli studenti e sulla gestione dei processi che li riguardano. Una sorta di spoliazione che ha portato nel tempo alla riduzione del personale da una trentina a 11 dipendenti. Una netta riduzione per favorire sempre più l’accentramento dei servizi all’ateneo con ripercussioni evidenti sui servizi offerti agli studenti. Minore è il personale utilizzato e peggiori sono i servizi.
Secondo Latella e Bossio “il trasferimento di intere Aree amministrative (come l’Area Tecnica) sotto la Dirigenza Centrale, indebolisce il Centro residenziale, riducendone lo spazio di manovra e la tempestività d’intervento per la risoluzione delle istanze degli studenti tra ritardi e complicazioni burocratiche”.
Nonostante la rilevanza e la complessità delle operazioni da svolgere, di concerto con il Direttore Generale, non è stato nominato un Direttore del Centro esclusivamente ad esso deputato, assegnando la mansione al Direttore Generale. Si evidenzia, dunque, una costante e notevole inadempienza in numerosi procedimenti, oltre alla chiara visione d’indirizzo finalizzata a limitare funzioni, risorse e attività della principale struttura dell’Ateneo dell’Università della Calabria.
Che fine ha fatto il programma di attività del Centro residenziale?
Lo Statuto d’Ateneo prevede che la prof.ssa Piro presenti al Consiglio di amministrazione dell’Università della Calabria, entro il 1° marzo di ogni anno, un programma di attività del Centro Residenziale relativo all’anno accademico successivo, redatto di concerto con il Direttore insieme ad una dettagliata valutazione delle relative necessità finanziarie. Cosa contiene? Un censimento delle previste disponibilità di spazi abitativi e una proposta motivata circa il numero degli studenti da alloggiare nel Centro Residenziale. Presentazione che non è mai avvenuta.
Sotto la lente anche i servizi
Le criticità sollevate però riguardano anche i Centri Comuni, la Socialità, e il Diritto allo Studio che nell’ateneo non sono di poco conto. Riguardo alla Socialità, al centro vi è la gestione delle aule di studio dei Centri Comuni. Secondo quanto emerso, nonostante le aule siano state allestite e siano fruibili, non sono state rese chiare le modalità di apertura per gli oltre 2mila studenti che alloggiano nelle residenze universitarie ai quali l’accesso è precluso.
Riguardo poi alla gestione e al supporto ai comitati di gestione dei Centri comuni sono poco chiare le indicazioni e le azioni utili alla gestione primaria dei centri (acquisto di prodotti di pulizia, materiale di cancelleria, promozione di iniziative sociali). Addirittura è stato necessario che i componenti dei comitati “autofinanziassero” il centro per garantirne l’operatività e lo sviluppo della socialità, ancora una volta, gravando sulle tasche degli studenti.
La commissione per la valutazione delle istanze
Ancora vi è la questione, rispetto al tema ‘Socialità’, legata alle associazioni studentesche. Il procedimento di iscrizione all’Albo, il censimento spazi da destinare ad uso associativo, oltre che il finanziamento restituisce inadempienze, ritardi e poca chiarezza nella definizione delle procedure. La prof.ssa Piro risulta essere Presidente della commissione per la valutazione delle istanze e – fanno emergere le associazioni – oltre a gravare finanziariamente sulle casse dell’Ateneo, non ha prodotto in tempi utili le documentazioni per cui è stata istituita. La stessa commissione inoltre, esprimerebbe valutazioni poco affini allo stato delle cose, circa le attività promosse dalle Associazioni che hanno trasmesso le istanze.
Studenti non coinvolti
La commissione, oltre a non prevedere la presenza di studenti nella stessa, non coinvolge la componente studentesca nei processi decisionali e d’indirizzo sulle attività legate alla socialità. Eppure dovrebbe essere un’attività dedicata proprio agli studenti. Invece si continuano ad organizzare iniziative di scarso interesse, e non ci si confronta su iniziative, ospiti o artisti, attività, manifestazioni pubbliche o eventi di svago. Situazione questa che crea il disinteresse e la scarsa partecipazione della comunità studentesca agli eventi promossi solo su decisione dell’Ateneo e gli studenti non hanno voce su alcuna scelta.
Oltre a non prevedere la presenza di rappresentanti degli studenti nella suddetta commissione, risulta evidente la scarsa attitudine al coinvolgimento della componente studentesca nei processi decisionali e d’indirizzo circa le attività da portare avanti sulla socialità (mancata organizzazione congiunta di attività di promozione della socialità, concordamento su ospiti e artisti in manifestazioni pubbliche od eventi di svago) con il solo risultato di una minore partecipazione e uno scarso interesse da parte della comunità studentesca agli eventi promossi dall’Ateneo.
Pesa anche il mancato rinnovo dei comitati di gestione dei Centri Comuni, in quanto l’ultima determina risale al 2019, ma sono stati esclusi e dunque non coinvolti, gli studenti che alloggiano nelle aree di riferimento che sono 8. E se le associazioni studentesche hanno provato a sollevare le perplessità e le criticità esposte dai rappresentanti degli studenti, non è stato possibile creare una discussione. Riguardo infatti il regolamento delle associazioni studentesche, si è provveduto a svilirlo con una serie di Decreti Rettorali ad hoc che di fatto li superano.
Il Diritto allo Studio
Ultimo, ma non per importanza, il ‘Diritto allo Studio’ e i tanti disagi per gli studenti fuori sede, costretti ad affrontare ingenti spese e che, a settimane dall’inizio delle lezioni, non hanno ancora avuto assegnato un alloggio dall’Ateneo (nonostante siano idonei a riceverlo). Vi è dunque la mancata integrazione della quota in denaro e la tardiva erogazione di servizi. Molti servizi agli alloggi e non solo, vengano erogati con tempistiche ampiamente dilatate e non è prevista alcuna forma di rimborso e/o tutela; gli studenti vedono detratti automaticamente i costi, dal valore della loro Borsa di Studio.
Riguardo al bando sul Diritto allo Studio le associazioni fanno emergere le “impercettibili, marginali e poco incisive modifiche apportate negli anni di mandato dalla prof.ssa Piro”, e gli studenti continuano a vivere nell’incertezza circa le tempistiche di erogazione delle stesse borse di studio e dei servizi.
Per tutti questi motivi, si chiede la sostituzione della prof.ssa Patrizia Piro dalla carica di Pro-Rettore con delega al Centro Residenziale da parte del Magnifico Rettore, Nicola Leone. Secondo Latella e Bossio così “si dimostrerebbe una forte sensibilità nei confronti degli studenti dell’Università della Calabria e di ritenere prioritario il carattere residenziale e sociale del’ateneo, “rimanendo fedele ai principi che ne hanno segnato l’istituzione e che certamente non possono non caratterizzarne il futuro”.
