COSENZA – La comunità musulmana cosentina si difende dopo il fermo del tunisino, nei giorni scorsi, per attività finalizzate al terrorismo. La città di Cosenza è stata scossa dall’arresto di Halmi Ben Mahmoud Mselmi, un giovane di 27 anni originario della Tunisia, accusato di essere legato all’ISIS. Il suo arresto ha sollevato preoccupazioni non solo in merito alla minaccia terroristica, ma anche riguardo all’immagine della comunità musulmana di Cosenza, che ha prontamente preso posizione in merito.
A seguito di questo fatto di cronaca, la comunità islamica della città, ha sentito la necessità di chiarire un punto fondamentale: l’Islam, contrariamente a quanto suggerito dai collegamenti tra terrorismo e religione, è una fede che promuove la pace, non la violenza. Mohamed Fatih, presidente dell’Associazione musulmana di Cosenza Rende “Arahma”, e l’imam Mouktar Diakite, hanno condannato fermamente ogni forma di terrorismo, sottolineando che l’Islam è una religione di pace, e che accostare il termine “terrorismo” all’Islam è erroneo e dannoso. “Ci dispiace leggere titoli che parlano di terrorismo ‘islamico’, perché queste due parole, vicine, non dovrebbero mai trovarsi insieme”.
La comunità musulmana cosentina prende posizione in merito
L’Islam è una religione di pace, la parola stessa ha radici nel termine ‘pace’”, ha affermato Fatih, richiamando un passo del Corano che recita: “Chiunque uccida un uomo, sarà come se avesse ucciso l’intera umanità”. La citazione, tratta dalla Sura Al-Ma’idah, esprime chiaramente il messaggio centrale dell’Islam: il valore della vita umana e la condanna della violenza. Il caso del giovane tunisino arrestato ha rivelato una realtà complessa e difficile: la sua radicalizzazione, purtroppo, è sfuggita a una parte della comunità musulmana di Cosenza.
Sebbene il ragazzo frequentasse la moschea della città, il suo comportamento, sempre più distante dai principi di una fede autentica, aveva causato numerosi allontanamenti da parte dei membri del luogo di culto. “Mai avremmo immaginato che potesse arrivare a quanto emerso dalle indagini”, ha dichiarato l’imam Diakite, esprimendo la sua sorpresa e gratitudine nei confronti delle forze dell’ordine, che hanno individuato la minaccia in tempo grazie all’intervento tempestivo della Digos.
Impegno della comunità per prevenire il radicalismo
La comunità musulmana di Cosenza ha voluto fare un appello alla corretta comprensione dell’Islam, distinguendo nettamente tra la fede autentica e gli estremismi. Il presidente Mohamed Fatih ha sottolineato che non è sempre facile identificare chi fra i musulmani professi la fede in modo sincero e corretto, ma ha ribadito l’impegno della comunità nel collaborare con le autorità per prevenire il radicalismo. “Per noi, che crediamo nel Dio unico, con il cuore puro e la fede sincera, è difficile immaginare che qualcuno possa fraintendere il nostro messaggio” – continua – Fatih, enfatizzando l’importanza della cooperazione interreligiosa e della promozione del dialogo per evitare incomprensioni e conflitti. Un ulteriore punto che è stato sollevato riguarda l’informazione errata su chi rappresenti effettivamente la comunità musulmana di Cosenza.
16 associazioni musulmane nella provincia di Cosenza
L’imam Diakite ha fatto riferimento alla presenza di circa 16 associazioni musulmane nella provincia di Cosenza, tutte facenti riferimento all’Associazione “Arahma”, e ha sottolineato che la moschea di Cosenza, la più grande della provincia, è un luogo di culto aperto a tutti, nel rispetto delle regole di abbigliamento e comportamento. Le associazioni sono anche attivamente impegnata in numerose iniziative sociali e culturali, come corsi di lingua araba e di Corano per bambini, con lo scopo di diffondere una conoscenza autentica della religione e prevenire il sorgere di pregiudizi e radicalizzazioni.
