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Sandro Principe all’Unical: incontro e ascolto con i giovani e confronto con la comunità accademica

sandro principe

RENDE – Si è svolto presso l’Università della Calabria il secondo evento del format “Sandro ed i Jovanotti”, un’iniziativa che sta suscitando curiosità e partecipazione e che vede come protagonisti i cosiddetti “Jovanotti“, un gruppo di giovani impegnati nella campagna elettorale a sostegno del candidato Sandro Principe. Dopo il primo incontro, tenutosi nella sede del punto di ascolto del candidato, nel centro di Rende, dove i ragazzi si sono confrontati in un dibattito aperto e pubblico sulle proposte dei candidati under 36, questa volta l’attenzione si è spostata sul mondo accademico e dell’Università.

Sandro Principe e l’Università della Calabria

Sandro Principe, sebbene fosse un giovanotto all’epoca della fondazione dell’Unical nel 1971, la sua successiva carriera politica e il suo legame con Rende lo hanno legato alla promozione e nello sviluppo dell’università. La sua famiglia, in particolare suo padre “Cecchino”, ha avuto un ruolo diretto nella decisione della localizzazione dell’ateneo. L’altra, sostenuta da Giacomo Mancini, proponeva una collocazione a sud della città, nella valle del fiume Savuto. La scelta finale cadde su Rende, influenzando significativamente lo sviluppo urbano della zona e portando alla creazione di un’unica area urbana con Cosenza.

«Questa è una città universitaria che, a parte i residenti rendesi del nostro comune, quotidianamente vede una presenza di 35.000 studenti. Un’amministrazione comunale deve battersi per portare l’università nella città. Quindi una Rende città universitaria, una Rende città dei giovani per i giovani. Purtroppo – ha spiegato Principe – alle passioni non si comanda, la politica è come una bella donna, di cui uno si innamora pazzamente, ed è un amore per tutta la vita».

Si è parlato di Università, di giovani di idee ma non sono mancati i “momenti di politica vera e propria anche appassionata”. Il discorso ad un certo punto è caduto sugli avversari e sugli attacchi ricevuti anche da esponenti di primo piano dell’altra colazione verso i suoi giovani: «non abbiamo bisogno di volti politici, perché abbiamo il sostegno della popolazione di Rende. Non abbiamo bisogno di deputati e senatori, né di ministri o pro-consoli, perché la nostra carta d’identità porta una sola parola: ‘autonomia‘. Rende è cresciuta quando le idee sono diventati progetti e opere eseguite Gli altri hanno bisogno dei grandi nomi. Erano più le macchine delle scorte che quelle degli ipotetici elettori. Ripeto, mi dispiace, per le citazioni ironiche sui ‘Jovanotti’, per dire che la sinistra ha sempre trascurato i giovani. Non so di quale sinistra parli, noi con i giovani ci siamo sempre trovati bene».

«Noi ci siamo battuti per creare l’università, abbiamo fatto degli espropri, ampliando i servizi, una zona industriale che ha creato opportunità lavorative a tanti giovani, e lei dice che ci abbiamo tolto tutto. Chi è indirettamente in contatto con le politiche e le culture che si respiravano in qualche paesino nel Lago di Garda, viene a dire a voi come essere rivoluzionari. Non so a quale rivoluzione si riferisce. Vi pregherei di non avvicinarci a quella che loro chiamavano rivoluzione, ma in realtà è stato il disastro di questo paese». 

“Ascolto della comunità accademica”

L’incontro all’Università ha rappresentato un momento significativo di dialogo e ascolto, coinvolgendo studenti, docenti e addetti ai lavori. Un’opportunità preziosa per far emergere idee e proposte direttamente da chi vive quotidianamente l’ambiente universitario. Durante l’evento, gli studenti hanno espresso con vivacità e spirito critico le proprie esigenze e i propri desideri, evidenziando i punti di forza e le criticità della vita accademica a Rende. Si è parlato di servizi universitari, sicurezza, spazi comuni, trasporti e opportunità di crescita personale e professionale.

Gli interventi: tra imprenditoria, sicurezza e servizi universitari

Tra i numerosi interventi, quello di Alessia Fusaro, studentessa con il sogno di avviare un progetto imprenditoriale che ha evidenziato il legame tra imprenditoria e mondo accademico, sottolineando come l’Università possa rappresentare un punto di partenza per iniziative innovative e sostenibili. Di sicurezza si è parlato grazie all’intervento dell’associazione “Alfa”, che ha posto l’accento sulla necessità di garantire maggiore protezione agli studenti, soprattutto alle studentesse, nelle ore serali. Il problema delle molestie nelle strade poco illuminate è stato al centro del dibattito, evidenziando l’urgenza di potenziare l’illuminazione pubblica e i controlli.

Il tema della vivibilità del Campus è stato approfondito da Rocco Marco Moccia, che ha sottolineato l’importanza di creare un campus performante capace di vivere oltre i confini universitari, animando zone come il centro storico di Rende. Non è mancato il riferimento alle infrastrutture sanitarie: Sofia De Rose ha parlato del nuovo poliambulatorio in fase di realizzazione, immaginando un futuro campus clinico senza però trascurare il necessario potenziamento dell’Annunziata come struttura di riferimento per la comunità.

Sul fronte della mobilità, il neo-laureato Alessandro Fortino ha discusso la necessità di migliorare la viabilità nelle periferie e di creare un campo di bacino per il trasporto urbano, per rendere i collegamenti più efficienti e capillari. Uno sguardo al passato è stato offerto da chi ha vissuto gli anni d’oro del campus, quando a guidare Rende era Sandro Principe. Elisabetta Merenda ha ricordato come il periodo di commissariamento abbia inciso negativamente anche sulla realtà universitaria.

Infine, il funzionario dell’Unical Antonio Curcio ha fatto una riflessione sulla terza missione dell’Università, che consiste nella valorizzazione e nel trasferimento delle conoscenze al di fuori del contesto accademico, contribuendo alla crescita socio-economica e culturale del territorio. Un concetto che riafferma l’importanza dell’Università non solo come centro di formazione, ma come motore di innovazione e sviluppo per l’intera comunità. L’obiettivo dichiarato dell’incontro è stato chiaro fin dall’inizio: ascoltare il mondo accademico per capire cosa pensa, cosa desidera e quali aspettative ha rispetto al futuro della città di Rende e costruire un dialogo costruttivo, dove i giovani possano sentirsi protagonisti del cambiamento.

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