COSENZA – L’operazione di pochi giorni fa, ribattezzata Recovery e condotta da Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, coordinata dalla DDA di Catanzaro, racconta, ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, della grande diffusione delle sostanze stupefacenti, che va oltre ogni ceto sociale ed ogni età. L’attenzione degli inquirenti è ora rivolta alla possibilità che possa esserci chi cercherà di occupare nuovi spazi in ambito criminale: “I territori delle nostre province – ha detto il Procuratore di Catanzaro, Vincenzo Capomolla – sono connotati dalla presenza della criminalità organizzata. Ovviamente l’attenzione dell’autorità giudiziaria deve essere molto alta perchè il rischio di sostituzione sul territorio degli spazi lasciati vacanti dalle operazioni di polizia giudiziaria è sempre molto alto”.
Accanto all’aspetto investigativo c’è allarme sociale per il vasto utilizzo di droga. L’azione repressiva, dunque, diventa necessaria, ma non sufficiente. Sempre più diffuso poi il fentanyl, utilizzato, come risultato dall’operazione Recovery, per tagliare le sostanze stupefacenti. Anche su questo tema l’allerta è a 360 gradi: “E’ un allarme attuale in tutta la comunità mondiale; – ha detto Capomolla – un allarme concreto oltre oceano e rischia di esserlo in Europa ed anche in Italia. Bisogna avere un riguardo particolare nei confronti dell’uso di queste sostanze che sono molto dannose e possono essere contenute nelle droghe che vengono tradizionalmente utilizzate anche inconsapevolmente”.
“Ci deve essere un’attenzione altissima da parte di tutte le articolazioni della pubblica amministrazione, anche da parte di chi cura le dipendenze e può consentire di acquisire quei segnali della presenza di questa sostanza. Segnali che sono utili per il contrasto alla diffusione di questa sostanza”.
