ROMA – Se Matteo Salvini e tutta la destra esultano per l’approvazione del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina al Cipess, parlando già di tempistiche di attraversamento, fissando l’obiettivo tra il 2032 ed il 2033, le voci del no all’opera sono tante. Parla di “giornata triste per il Mezzogiorno e per tutto il Paese” il Pd per voce di Anthony Barbagallo, capogruppo dei dem in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati.
Di “colossale spreco di risorse pubbliche” parla il Partito democratico definendo il ponte “un monumento all’inutilità e alla propaganda di Salvini. Un’opera vecchia, contestata, irrealizzabile nei tempi e nei modi raccontati, che cancella con un colpo di spugna le vere priorità del Sud: trasporti locali, ferrovie moderne, scuole sicure, sanità accessibile e infrastrutture sostenibili”.
Il Partito Democratico spiega che continuerà ad opporsi a quella che definiscono “una scelta scellerata” parlando di Salvini come “il ministro dei selfie che oggi festeggia con emozione, mentre affossa ogni seria politica di riequilibrio territoriale”.
Il no del Movimento 5 Stelle: “Un ponte di poltrone e AV ferma”
“Il governo trova 13,5 miliardi per il Ponte sullo Stretto, da oggi ufficialmente autorizzato dal Cipess, mentre per l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria mancano ancora 17,2 miliardi per completare un’opera fondamentale per evitare che dal ‘profondo Sud’ ci si possa impiegare anche 20 ore di treno per raggiungere la capitale. – è quanto tuona il senatore M5S Pietro Lorefice, segretario di presidenza del Senato e componente della commissione Politiche UE di Palazzo Madama – È vergognoso dare priorità a un progetto senza progetto se non quello di creare un ponte di poltrone, quando le infrastrutture ferroviarie restano senza copertura finanziaria e ferme a un binario morto. Un governo che abbandona un’intera Regione, salvo poi sfruttarla per il proprio tornaconto, non è degno di questo nome”.
“L’unica cosa certa sono i danni: ai cittadini, al territorio, alle casse dello Stato. – dice sui social la senatrice del M5S Barbara Floridia – Infatti, oggi si approvano penali fino a 1,5 miliardi di euro nel caso in cui il ponte – come loro in fondo sanno – non si farà. Avete capito bene: pagheremo per non farlo, dopo aver già speso centinaia di milioni per iniziare. Ad un certo punto l’evidenza imporrà comunque di fermarsi, ma il danno sarà fatto. Sarà imperdonabile. Il Ponte è l’affare del secolo solo per gli amici di questo Governo. E tutto questo con i soldi tolti alla Sicilia e alla Calabria”.
“Un furto annunciato”, la voce dei comitati contrari al ponte
“L’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess, come già il parere positivo Via-Vas nonostante le 62 prescrizioni sostanziali, non è un passo avanti: è l’ennesima forzatura politica travestita da atto tecnico“. Questa la voce di Peppe Marra del comitato ‘No-ponte’ della Calabria. “Quelle prescrizioni – aggiunge – richiederebbero di rifare il progetto da capo, a partire dagli studi sismici, ma il governo tira dritto. Altro che ponte, – conclude Marra – è un furto annunciato, ai danni non solo di Calabria e Sicilia, ma dell’intero Paese. Noi non ci fermeremo: sabato saremo di nuovo in corteo a Messina per fermare questa follia prima che devasti territori, risorse e democrazia”.
“Potremmo definirlo un editto” tuona Rossella Bulsei, portavoce del comitato ‘Ti tengo Stretto’, il comitato che riunisce i cittadini di Villa San Giovanni e dintorni, contrari all’esproprio dei terreni che serviranno per costruire il Ponte sullo Stretto. “L’impossibile – aggiunge – reso possibile con un colpo di penna. Tanto è bastato al Cipess. Questa firma ignora i territori e i cittadini. È il trionfo del cemento sull’ambiente. Un’opera imposta da chi decide e non ascolta, non dialoga, ma forza procedure, senza distinguere tra futuro e devastazione, sottrae risorse alle vere emergenze del sud”.

