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Meraviglie della Sila: Cracco e Cortellesi stregati da cibo e natura nella Serie TV ‘Dinner Club’

COSENZA – Torna “Dinner Club”, il format tutto italiano che mette in tavola il cibo e la bellezza del nostro territorio prodotto da Amazon Studios e Banijay. Protagonista della prima puntata della seconda stagione è la Sila. Esilaranti i racconti di Paola Cortellesi, che proprio nel primo episodio visita la Sila cosentina insieme allo chef stellato Carlo Cracco. I due arrivano a bordo della mitica panda 4X4, andando per prima cosa a caccia di funghi, arrivando poi a dormire sul tetto di un’automobile e in tenda e andando a caccia delle prelibatezze da far poi assaggiare ai loro commensali speciali: Antonio Albanese, Marco Giallini Luca Zingaretti, Sabrina Ferilli e la vulcanica Luciana Littizzetto che proveranno, nelle diverse varianti, le prelibatezze della nostra Sila tra battute e commenti ai prodotti in un viaggio nel cuore della tradizione culinaria italiana.

Dalle patate mpacchiuse nel pane alla “quadara” di maiale

In Calabria Carlo Cracco e Paola Cortellesi hanno girato la puntata nello scorso mese di giugno. Dalla Sila Grande, visitando i boschi sopra Camigliatello, sono stati a Longubucco, ma hanno fatto tappa anche a Tropea, sulla costa dei Dei dove non si sono fatti sfuggire l’occasione di assaggiare l’immancabile Cipolla Rossa. Ma protagonisti della puntata i prodotti tipici silani come le patate ‘mpacchiuse racchiuse nel pane, la ‘nduja che, in realtà, è la grande regina (anche se con la Sila ci azzecca poco), ma anche funghi, soppressata, vino, pasta ripiena, le frittole di maiale (come dice Cracco “del quale non si butta via mai nulla”) con la verza fino alala famosa “quadara” per gustare quello che resta del maiale (Albanese apprezzerà le orecchie) e naturalmente il caciocavallo DOP.

Dinner Club: un format di successo. Cracco “la Sila è magnifica”

“Un’esperienza provante, – ha dichiarato l’attrice –  non solo per quello che si è trovata a mangiare (come le orecchie di maiale fritte), ma soprattutto per l’umorismo di Carlo Cracco. In tenda diceva cose, faceva battute, nonostante fossimo esausti. Perché quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto davvero: abbiamo attraversato il fiume, abbiamo raccolto funghi, abbiamo fatto trekking. Cose fatte bene che mi hanno divertito moltissimo, la Sila è magnifica. Abbiamo mangiato il ‘sacchiettu’ (longobucchese, particolare salame che si ottiene dalla carne della zampa anteriore del maiale, macinata e insaccata nuovamente nella stessa cotenna) che è una specie di pan di via degli Hobbit: una briciola contiene i nutrienti di una settimana, ne mangi un pezzettino e sei a posto per un mese“. Abbiamo mangiato benissimo, abbiamo anche cantato”. Dopo aver viaggiato ed esplorato alcuni dei luoghi più splendidi del nostro paese si riuniscono a cena con le socie onorarie Sabrina Ferilli e Luciana Littizzetto proponendo piatti e aneddoti del loro viaggio.

Al centro delle prossime 3 puntate di Dinner Club invece: la Romagna, il Sud Tirolo e la Sicilia. Le ultime due puntate speciali sveleranno cosa accade nel dopo cena, tra risate, ricordi dei viaggi e altri esperimenti in cucina.

Un programma tutto Made in Italy

Si tratta di un format italiano prodotto da Banijay Italia e viene definito un cooking travelogue , genere in cui rientrano programmi come quelli di Anthony Bourdain o di David Rocco. In italiano potremmo parlare di un diario di viaggio che ha come chiave di conoscenza, di scambio, di incontro il cibo e le sue preparazioni. Antonio Albanese, Marco Giallini e Luca Zingaretti, alla scoperta delle ricette e dei tesori più nascosti del nostro Paese.

In ogni puntata il ‘viaggiatore’ – in questo caso interpretato (ed è il caso di dirlo) da Carlo Cracco – si fa accompagnare da sei attori in diverse località italiane alla scoperta di alcune delle eccellenze gastronomiche del nostro paese: prodotti tipici, piatti tradizionali, cibi dimenticati che si traducono in un’esperienza gastronomica condita da un pizzico di ‘avventura’ che fa da cornice al core business del programma, ovvero il cibo (e l’anima cooking del viaggio).

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