COSENZA – Il 93% del mare in Calabria è eccellente, secondo l’Arpacal. L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della CALabria, sostiene che le acque delle Jonio e del Tirreno cosentino non evidenziano criticità. I bagnanti non sono proprio d’accordo. Alcuni di loro continuano a segnalare, anche attraverso il sito dedicato Difendi l’Ambiente, la schiuma marrone che galleggia sul litorale da Amantea a Tortora passando per Torremezzo, Paola, Guardia Piemontese. Un fenomeno che sarebbe di breve durata per l’ente chiamato a vigilare sulla tutela dell’ambiente e della salute collettiva attraverso controlli diffusi.
E proprio sulla qualità delle acque di balneazione calabresi, nelle scorse settimane, Arpacal ha litigato con Legambiente che denuncia come il 57% dei punti monitorati da Goletta Verde risultino inquinati. Una querelle liquidata come una diatriba sul metodo di campionamento, che per la Regione Calabria l’associazione ambientalista ha effettuato alla foce dei fiumi, dove è vietata la balneazione. Versione che non ha tranquillizzato residenti e vacanzieri. A far ora chiarezza sullo stato di salute (ufficiale) dei mari cosentini è Filomena Casaburi, biologa dirigente Arpacal (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria).
Le acque di balneazione in provincia di Cosenza
«Da maggio a luglio 2025, su 236 punti monitorati, in totale – secondo Filomena Casaburi, biologa dirigente Arpacal – sono emerse “non conformità” di breve durata su 10 punti, situati in 6 diversi Comuni, sia sul versante della costa ionica che sul Tirreno. Le non conformità riscontrate sono state causate, nella maggior parte dei casi, dalla vicinanza di corsi d’acqua superficiali. Hanno riguardato il versante tirrenico, nelle zone di Fuscaldo, Sangineto e Praia a Mare. Lo ionio nelle zone di Corigliano, Rocca Imperiale e Roseto Capo Spulico. I campionamenti suppletivi hanno confermato la natura transitoria e nel mese di luglio sono risultati valori in linea con il trend in miglioramento registrato nell’anno 2024 per la provincia di Cosenza».
La situazione nei punti critici rilevati nel 2024
«A Paola, su 16 punti di monitoraggio, due sono classificate in qualità “scarsa”, sulla base degli esiti delle quattro annualità precedenti. Nella stagione in corso – dice la biologa dell’ARPACAL – per le acque di balneazione non si evidenziano criticità, confermando il trend in miglioramento registrato nel report della balneazione riferito ai dati del 2024, in cui sono state ben 4 le acque che hanno acquisito una classificazione superiore. E questo indica che gli interventi da parte degli enti competenti, sulla base dei dati analitici forniti da Arpacal, possono risolvere le criticità. È importante non abbassare la guardia e per questo Arpacal, d’intesa con la Regione Calabria, sta eseguendo un piano di controlli aggiuntivi».
Alghe tossiche e maladepurazione
Innanzitutto l’Arpacal chiarisce che «il monitoraggio delle microalghe potenzialmente tossiche, ad oggi, – afferma Casaburi – non ha registrato condizioni di allerta o di emergenza in nessun punto». Per quanto riguarda la maladepurazione, invece «nell’ambito dei controlli straordinari che stiamo effettuando d’intesa con la Regione Calabria, abbiamo riscontrato nella provincia di Cosenza criticità in due casi dovuti al malfunzionamento delle pompe di sollevamento, nei Comuni di Belvedere e Amantea. Entrambi i casi non hanno avuto conseguenze sulla qualità delle acque di balneazione, grazie all’intervento tempestivo da parte dei Comuni».
