ROMA – Erogazione delle cure essenziali garantite dal Ssn (Livelli essenziali di assistenza) gratuitamente o previo il pagamento del ticket, com’è la situazione nel nostro Paese? Lo rileva la Fondazione Gimbe analizzando i dati della Relazione 2023 ‘Monitoraggio dei Lea attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia’ pubblicata lo scorso 6 agosto dal ministero della Salute.
Solo 13 le regioni italiane che raggiungono gli standard per l’erogazione delle cure essenziale. In vetta alla classifica il Veneto. La frattura tra il Nord ed il Sud del Paese è quella che prevale e “non accenna a ridursi” ha spiegato Gimbe. Ad essere promosse tra le regioni del Mezzogiorno ci sono solo Puglia, Campania e Sardegna. A mostrare un netto miglioramento c’è la Calabria (+41%) e la Sardegna (+26%).
Cure sanitarie, la Calabria secondo Gimbe fa eccezione
Il presidente Nino Cartabellotta ha spiegato che Gimbe “ha condotto un’analisi indipendente per misurare le differenze regionali nel garantire i diritti fondamentali di salute, con particolare attenzione all’entità della frattura Nord-Sud. Per ciascuna Regione sono state inoltre valutate le variazioni tra il 2022 e il 2023 e il posizionamento nelle tre aree della prevenzione, assistenza distrettuale e ospedaliera”.
Le differenze tra gli adempimenti Lea 2022 e 2023 sono state analizzate valutando i punteggi totali delle Regioni e le performance nazionali nei tre macro-livelli assistenziali. Nel 2023, rileva Gimbe, 8 Regioni hanno registrato un peggioramento rispetto all’anno precedente, seppure con gap di entità molto variabile: a perdere almeno 10 punti sono Lazio (-10), Sicilia (-11), Lombardia (-14) e Basilicata (-19). “La riduzione delle performance anche in Regioni storicamente solide – commenta Cartabellotta – dimostra che la tenuta del Ssn non è più garantita nemmeno nei territori con maggiore disponibilità di risorse o reputazione sanitaria. È un campanello d’allarme che non può essere ignorato”. Sul fronte opposto, ci sono proprio Calabria e Sardegna che segnano un positivo balzo in avanti.
Gimbe invoca alla revisione dei piani di rientro
“Il monitoraggio Lea 2023 – afferma Cartabellotta – certifica ancora una volta che la tutela della salute dipende in larga misura dalla Regione di residenza e che la frattura tra il Nord e il Sud del Paese non accenna a ridursi. Anzi, è più ampia di quanto i numeri lascino intendere: infatti, il set di indicatori Nsg Core, pur rappresentando la ‘pagella’ ufficiale con cui lo Stato misura l’erogazione dei Lea, non riflette in maniera accurata la qualità dell’assistenza”.
“Si tratta più di uno strumento di political agreement tra Governo e Regioni, basato su pochi indicatori e soglie di ‘promozione’ troppo basse, che tendono ad appiattire le differenze tra Regioni”. Per questo la Fondazione Gimbe chiede un ampliamento del numero di indicatori e una rotazione periodica di quelli utilizzati nella ‘pagella’ ministeriale. “E invoca – conclude Cartabellotta – una radicale revisione di Piani di rientro e commissariamenti: strumenti che hanno indubbiamente contribuito a riequilibrare i bilanci regionali, ma che hanno inciso poco sulla qualità dell’assistenza e sulla riduzione dei divari tra Nord e Sud del Paese”.
Cure sanitarie in Calabria secondo Gimbe, Occhiuto plaude: “Stiamo invertendo la rotta”
“Il monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) per l’anno 2023, condotto dal Ministero della Salute e analizzato dalla Fondazione Gimbe, ratifica quanto avevamo anticipato negli scorsi mesi. La Calabria è verde in due aree su tre: nell’ospedaliera (69 punti) e in quella della prevenzione (68 punti). E siamo la Regione con l’incremento di punteggio più alto in Italia: +41“. Questo il commento dell’ex presidente della Regione Roberto Occhiuto che plaude al risultato ottenuto nel corso del suo mandato.
“Un risultato concreto, dopo tantissimi anni lasciamo l’ultima posizione, un passo in avanti nella faticosa ricostruzione della sanità nella nostra Regione. – aggiunge – La sinistra ha chiacchierato per quattro anni, noi abbiamo lavorato pancia a terra e continuiamo a lavorare per cambiare lo stato delle cose e per migliorare, nella sanità come in tanti altri settori”.
“È facile? Tutt’altro, e ne siamo consapevoli. – aggiunge l’ex governatore – La sanità in Calabria funziona bene? No, non ancora: ci sono ancora tantissime cose da fare. Gli stessi che oggi pontificano ci hanno lasciato il deserto e le macerie. Noi stiamo invertendo la rotta: la mole di riforme e di azioni messe in campo durante questa legislatura non ha eguali nella storia del regionalismo calabrese. Andiamo avanti con determinazione, – conclude Occhiuto – per stravincere le elezioni e per continuare questa rivoluzione del buongoverno”.
Il Pd contro Occhiuto: “Esultare per l’ennesima bocciatura è da scemi oppure da attori”
“Esultare per l’ennesima bocciatura della Calabria sui Lea è da scemi oppure da attori.- tuonano i dem calabresi rispetto all’esultanza dell’ex governatore che ha parlato di rotta invertita – Noi crediamo che Roberto Occhiuto possa vincere l’Oscar nel ruolo di Pinocchio: nel suo mondo virtuale trasforma le sconfitte in vittorie, i fallimenti in successi”.
È durissimo il Pd calabrese nel replicare alle dichiarazioni del presidente dimissionario della Regione Calabria sull’ultimo monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza. “Ormai Occhiuto – continuano i dem – si autocelebra a prescindere. Lo fa nonostante il disavanzo sanitario regionale di 170 milioni di euro e l’approvazione di numerosi bilanci sanitari con ‘analisi deduttive’, cioè senza dati certi. Soprattutto, l’emergenza-urgenza è a terra, la prevenzione non esiste, la pediatria ha bisogno di medici e strumenti mai più arrivati, i Registri tumori hanno un aggiornamento molto datato, ancora non esiste la presa in carico integrale del paziente oncologico, i poveri non hanno accesso alle cure e le aree interne sono sprovviste di minimi”.
“Oltretutto, Occhiuto finge di dimenticare che nei 15 anni di commissariamento sanitario la destra ha governato per ben oltre 9 anni, gli ultimi 5 anni e 8 mesi addirittura di fila. Bisogna perciò ricordargli dati e fatti, per metterlo di fronte alla realtà, tanto amara da indurre intere famiglie a lasciare la Calabria. Il centrosinistra unito – conclude la nota del Pd Calabria – ha il dovere morale e politico di cambiare marcia, rotta e racconto”.

