CASTROVILLARI (CS) – L’emergenza carceri in Italia rimane, purtroppo, di tragica attualità. Alto il numero dei suicidi dietro le sbarre, strutture in sovraffollamento e il senso di alienazione vissuto dalla popolazione carceraria, allontana il principio costituzionale della rieducazione richiamando l’esigenza di intervenire con ingenti risorse umane e finanziarie. La Calabria non sta a guardare, sul territorio i presidi di tutela sono attivi. Con la delibera del 21 febbraio 2025, il Consiglio comunale di Castrovillari ha nominato Tina Zaccato, garante per i diritti delle persone detenute o private della libertà personale. La Casa Circondariale di Castrovillari è l’unica in provincia di Cosenza che può ospitare donne e minori (di questi ultimi, al momento, per fortuna non c’è presenza).
Martedì 8 aprile, presso la sala consiliare del Comune di Castrovillari, si è tenuta la presentazione del Garante dei diritti delle persone detenute e private della libertà personale. Oltre alla figura del garante comunale per i diritti delle persone detenute Zaccato, erano presenti anche il sindaco di Castrovillari Domenico Lo Polito, il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Santagada, che ha parlato della funzione rieducativa e non punitiva della pena, la Prof.ssa Anna De Gaio consigliera comunale Presidente commissione regionale dei diritti e delle pari opportunità, il Garante Regionale dei detenuti Giovanna Russo, nominata a gennaio e che ha parlato del modo in cui vuole organizzare la segreteria regionale utilizzando metodi condivisi e standardizzati organizzando in Calabria la rete dei Garanti e il Garante della provincia di Cosenza Francesco Cosentini, che ha parlato del terzo settore e dell’importanza dei progetti e della società civile all’interno del carcere. Alla conferenza stampa erano presenti anche Carmine Vacca Presidente IV commissione Istruzione e cultura Comune di Castrovillari che ha seguito i lavori, il capitano dei carabinieri di Castrovillari Michelangelo Iacolo, il capitano della Guardia di Finanza di Castrovillari Arianna Buffone e Ruggiero Altimari commissariato di Castrovillari.
Sono intervenuti al dibattito anche il Dirigente Cristiano Magnelli del Centro per l’impiego di Castrovillari che si è collegato alla necessità di profilazione dei detenuti e dell’importante ruolo dei CPI e Silvio Carrieri, da poco eletto Garante comunale per i Minori di Castrovillari, figura invitata e voluta dalla Garante delle carceri di Castrovillari proprio per la presenza di detenuti padri, con figli minori all’esterno in vista della continuità affettiva e delle detenute donne. Ed in vista di un lavoro sinergico volto alla prevenzione.
Inclusione economica e lavorativa
«Con Anna De Gaio presto faremo visita al carcere di Castrovillari per il protocollo fatto il 28 febbraio con la commissione di parità di cui è presidente e la sezione femminile in presenza della garante regionale» ha detto Tina Zaccato he ha rimarcato come l’appuntamento rientra in quel percorso finalizzato a consolidare il ruolo del Cnel – oggi presieduto da Renato Brunetta – nel potenziare il meccanismo di inclusione economica e lavorativa delle persone detenute. Alla giornata romana di approfondimento, oltre alla garante di Castrovillari, hanno partecipato la garante regionale Giovanna Francesca Russo, nominata il 21 gennaio scorso e circa 150 rappresentanti delle istituzioni, del sistema penitenziario, di associazioni datoriali ed enti del terzo settore. In particolare, proprio Tina Zaccato, dedicato le sue ricerche e la sua attività sociologica al mondo carcerario ed allo stato emergenziale di sovraffollamento.
Nel corso della conferenza stampa l’attenzione è stata puntata sugli obiettivi nei confronti della popolazione carceraria, in particolare su rieducazione e reinserimento nel tessuto sociale. Attenzione rivolta anche alla qualità delle singole condizioni dei diversi istituti penitenziari ed al miglioramento generale della qualità di vita all’interno del “sistema”. Dal suo osservatorio la garante raccoglie continue testimonianze, sia quelle dei detenuti con sentenza definitiva, ma anche di quell’ampia parte di detenuti in attesa di giudizio, che ritrovano una speranza di riscatto attraverso una possibile qualificazione professionale. “È evidente – sostiene la Zaccato – che riuscire a lavorare ed a trovare un proprio posto nel mondo pur essendo in carcere, agisce come fattore di contrasto alla depressione e può influire seriamente nel senso di ridurre il fenomeno dei suicidi”.
Dignità a reinserimento nel tessuto sociale
“La partecipazione ai tavoli tematici, legati al progetto su come diminuire la recidiva attraverso la profilazione occupazionale GOL (Garanzia di occupazionalità per i lavoratori) è legata ad esempio alla funzione dei Centri per l’impiego” ha evidenziato ancora Tina Zaccato. “Un aspetto fondamentale allo scopo di restituire ai detenuti la dignità. Come? Accendendo una luce sul loro futuro, nella dimensione sociale che poi è prima di tutto una dimensione di realizzazione personale. Quando si esce dal carcere occorre portare con sé un patrimonio di rispetto e dignità. Acquisito anche e non secondariamente attraverso la formazione, che dà diritto agli attestati di qualificazione e permette così di accedere alle candidature rivolte alle diverse aziende, attraverso le opportune abilitazioni. Una possibilità già presente nel circuito, ma non in tutte le carceri”.
Protocollo tra il carcere di Castrovillari e l’Università di Napoli
“Diverse sono le criticità che investono questa parte della società. Subito dopo la laurea, ha avviato un progetto al riguardo, con la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra il carcere di Castrovillari e l’Università di Napoli Federico II, un accordo programmatico a suo nome che è ancora attivo. Tina Zaccato lo sottolinea con orgoglio, evidenziando i passi in avanti che sono stati compiuti nel suo ambito di riferimento. La profilazione, l’accesso ai corsi di formazione fruibili nell’istituto di pena oppure all’esterno, nel caso si tratti di una persona in giovane età o di minori, senza escludere chi è stato condannato al carcere a vita, sono la strada da seguire se vogliamo uscire dall’emergenza costituendo nello stesso tempo una strategia che conservi integralmente la nostra memoria intorno alla cultura dei diritti umani e sostanzialmente del nostro modello di civiltà”.
Le diverse identità “geografiche”
Approfondimento attraverso una conoscenza diretta, oltre che teorica, sulle particolarità delle carceri in Italia, non secondariamente in rapporto alla cospiqua presenza di elementi extracomunitari nella popolazione detenuta. Oggi, da garante per i diritti dei detenuti a Castrovillari – principale suo riferimento -, agisce come anello di congiunzione con il Prap (Provveditorato per l’amministrazione penitenziaria). “Occorre guardare alle diversità presenti all’interno delle carceri. Io fra le altre cose mi sono occupata del confronto tra carceri e caserme. Non si argina il malessere dell’isolamento se non si studiano alternative a questa condizione. Per questa via ritorna forte, l’esigenza di profilare le capacità attitudinali e motivazionali dei detenuti individuando i modi per valorizzarle. Poi, certo, esistono tante altre questioni su cui rivolgere, di volta in volta, la necessaria attenzione. Nell’incontro al Cnel il sottosegretario alla Giustizia ha fatto un passaggio sulle problematiche di gestione correlate alla sicurezza ed alla mancanza di agenti penitenziari”.
