Pestaggio di matrice razzista nei pressi di un ristorante di Falerna

Vittime degli ‘squadristi’ un lavoratore dominicano ‘colpevole’ di avere la pelle scura e sua suocera

 

 

FALERNA (CZ) – “Negro di m.. Risali in macchina e vai via che qui in Calabria i negri non sono accettati”. Poi l’aggressione e le botte. E’ quanto ha denunciato alla Polizia di Lamezia Terme un cittadino di origini dominicane sposato con una donna calabrese. L’uomo che era in compagnia della moglie, incinta, e della suocera, in un ristorante sarebbe stato insultato e poi colpito a sprangate fuori dal locale. Sull’episodio indaga la polizia che sarebbe sulla buona strada per l’identificazione degli aggressori. Il fatto è avvenuto nella notte di Ferragosto e anche la suocera del giovane dominicano, nella colluttazione ha riportato una frattura. Secondo quanto riferito dalla vittima, l’aggressione avrebbe avuto origine all’interno del ristorante a seguito delle lamentele espresse per alcune pietanze servite. Poi alla richiesta del dolce un cameriere avrebbe opposto un rifiuto.

 

 

Pagato il conto i tre sono usciti dal locale e il giovane si è allontanato per raggiungere la propria auto e avvicinarla all’ingresso del locale. A quel punto alcune persone si sarebbero avvicinate urlandogli le frasi razziste iniziando a prendere a pugni l’auto. Un’altra persona, forse un cameriere, con un bastone in mano, gli avrebbe anche intimato di andare via rivolgendosi ad un altro cittadino extracomunitario che era presente, intimandogli di cacciare via “questo negro di m.” che “non può fare come a casa sua, qui siamo in Calabria, picchialo”. Obbedendo agli ordini ricevuti l’extracomunitario avrebbe iniziato a prendere a pugni la vittima mentre al gruppo si univano il cameriere e altre persone continuando a sferrare calci e sprangate. Altri colpi hanno raggiunto la suocera dell’uomo che era accorsa a difesa dell’aggredito.

 

Intanto oggi sono stati individuati dalla Polizia di Stato tre dei presunti aggressori. Personale del Commissariato di Lamezia Terme sta svolgendo le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica sull’aggressione alla quale avrebbero partecipato complessivamente sette persone. Tre persone, secondo la denuncia, fuori dal ristorante di Falerna Marina, avrebbero rivolto all’uomo frasi dal contenuto razzista, poi, raggiunti da altre 4 persone, lo hanno aggredito, ed infine colpito con un oggetto contundente anche la madre della ragazza. Quest’ultima, ricoverata in ospedale, ha riportato la frattura della spalla e stamani è stata operata. Al cittadino dominicano sono state diagnosticate ferite guaribili in 10 giorni ed alla ragazza, in stato di gravidanza, in 2 giorni. Le indagini, attivate subito, continuano per l’individuazione dell’intero gruppo.

REAZIONI

 

Coordinamento associazione politico – culturale “Graziella Riga”:

“Non abbassiamo la guardia di fronte a intolleranza e violenza. L’episodio accaduto nei giorni scorsi sul lungomare di Falerna è agghiacciante. Quel clima di intolleranza e violenza, di cui purtroppo la cronaca nazionale ci restituisce ogni giorno casi in tutto il Paese, fa vittime anche sul nostro territorio. E’ il segnale che non dobbiamo abbassare la guardia! E non possiamo abbassare la guardia neppure di fronte alle parole e agli slogan che alimentano forme di intolleranza e razzismo. Siamo vicini alle vittime di questo terribile episodio e condanniamo ogni forma di intolleranza e violenza. Interroghiamoci tutti su quello che sta accadendo sempre più frequentemente davanti ai nostri occhi e facciamo fronte comune contro parole e gesti che sono sintomo di un pericolo arretramento culturale e civile per tutto il Paese. . Intolleranza e razzismo non hanno cittadinanza nella nostra terra! I calabresi non sono quelli descritti con quella frase inqualificabile dell’aggressore: è una terra che ha nel suo dna accoglienza, ospitalità e solidarietà”.

 

Partito della Rifondazione Comunista

“Il clima di cattiveria e discriminazione razzista che sta attraversando il Paese, favorito ed alimentato continuamente da esponenti dei Governi nazionali, prima dalla logica sottesa ai Decreti Minniti-Orlando e poi, con prepotenza ed evidenza, dalle esplicite dichiarazioni del ministro dell’odio Matteo Salvini e dai conniventi silenzi del parlamentari dei Movimento 5 Stelle, ha prodotto anche in Calabria, proprio il giorno di ferragosto, i suoi effetti nefasti. Il brutale pestaggio subito a Falerna da un cittadino domenicano, che evidentemente ha come “unica colpa”, agli occhi degli squadristi, di avere la pelle scura, e da sua suocera, una signora di Lamezia, per giunta in presenza della compagna incinta, ci dice che è venuto il momento di innalzare tutti gli argini costituzionali e democratici possibili contro questa deriva xenofoba e fascista.

 

 

Ci dice, inoltre, che vanno immediatamente applicate quelle leggi apposite che nel corso degli anni sono state approvate per combattere la reiterazione di tali episodi. Proprio per questo, chiediamo con forza al Sindaco di Falerna ed al Prefetto di Catanzaro di attivarsi immediatamente, nel caso venisse confermata la circostanza che l’aggressione verbale, prima di quella fisica, sia stata messa in atto all’interno di un ristorante, affinché allo stesso locale venga sospesa e revocata la licenza. In un Paese dove l’unico esercizio della politica sembra oramai mirato a seminare odio ed a criminalizzare la solidarietà, noi abbiamo tutta l’intenzione di continuare a portare avanti le nostre battaglie di civiltà. Così come vogliamo proseguire nel difendere e far conoscere, e se possibile replicare, un modello concreto di accoglienza come quello realizzato a Riace, proprio qui in Calabria, che viene decantato e studiato in tutta l’Europa e nel mondo. Ci appelliamo, pertanto, a tutte le organizzazioni e associazioni democratiche ed ai cittadini liberi, chiedendo ad ognuno di fare la sua parte, prendendo posizione ed avviando percorsi concreti di opposizione culturale, sociale e politica contro l’affermarsi della barbarie e dell’inciviltà”.

 

Potere al Popolo

 

L’aggressione razzista di Falerna è frutto del clima di odio creato ad arte.

 

“Apprendiamo dai quotidiani locali che nei giorni scorsi, presso un noto ristorante sul lungomare di Falerna Marina, si è consumata una vergognosa aggressione razzista ai danni di un ragazzo domenicano, che al ristorante era andato a mangiare insieme alla compagna incinta e alla madre e alla suocera, entrambe italiane. Dal “negro vai via qui non ti vogliamo” ai calci pugni e sprangate nei confronti del ragazzo e della suocera, entrambi costretti a ricorrere a cure mediche, quella che doveva essere una piacevole serata si è trasformato in un momento di paura e razzismo reso ancor più grave dall’indifferenza della gente attorno. Tutto ciò dovrebbe scandalizzarci e indignarci, ma la cronaca degli ultimi mesi ci racconta che la caccia al migrante (Verbale, fisica o a pistolettate), sembra essere divenuta sport nazionale fomentato dal governo fascio-leghista-grillino.

 

 

Sono oramai legittimate le ronde fasciste in perfetto stile anni venti, e la cultura del nemico a cui addossare tutte le colpe è oggi più che mai riuscita. Persino il crollo del ponte a Genova, palese ed esplicito fallimento dello stato e del capitalismo che privatizza, è stato narrato come colpa dei migranti che assorbono i soldi della manutenzione. Ciò che fa paura è il clima di consenso che si respira intorno ad un razzismo che più non si nasconde. Chi negli scorsi anni quando abbiamo parlato di antifascismo e antirazzismo ci diceva di essere veteri e anacronistici, oggi ha un pezzo di responsabilità per tutto ciò che sta accadendo. Che sia Falerna, Napoli piuttosto che Trento, oggi più che mai la difesa culturale ma anche fisica dei valori di fratellanza, mutualismo e antirazzismo, deve tornare ad essere una priorità di tutti e tutte.

 

 

Viviamo forse l’epoca più buia dopo il ventennio fascista, un’epoca in cui la falsa informazione e la propaganda di regime plasmano le menti con una velocità incontrollata e altrettanto incontrollata sarà la conseguenza di tutto ciò. Come Potere al Popolo del Lametino e del Reventino, come uomini e donne che quotidianamente, con i fatti, lottano per il bene della nostra terra, esprimiamo massima solidarietà agli aggrediti, così come offriamo ogni supporto necessario a partire da quello legale. Altrettanto sia chiaro che di fronte ad una guerra di civiltà non ci chiameremo indietro, né oggi, né mai, consapevoli che diversamente da quanto vogliono farci credere questa guerra non è tra Italiani e Stranieri, ma come sempre è tra sfruttati e sfruttatori. Noi, così come i nostri padri e i nostri nonni ieri, stiamo e staremo sempre dalla parte degli sfruttati”.

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