Site icon quicosenza

Calabria al voto: per la prima volta una sfida tutta cosentina per la presidenza della Regione

Pino Tursi prato Regione Calabria

COSENZA – Di Pino Tursi Prato – Tutto sembra tornare al suo posto. Roberto Occhiuto, con la sua mossa a sorpresa, dimettendosi da presidente e causando lo scioglimento del Consiglio regionale, aveva immaginato, visti i tempi ristretti previsti dalla legge regionale, di spiazzare e mettere fuori gioco il polo progressista e la magistratura. Le scelte conseguenti dei partiti hanno dimostrato il contrario: la decisione di dimettersi ha prodotto, di fatto, un’accelerazione nel “campo largo”, costringendo partiti e movimenti a trovare un’intesa possibile. È la prima volta che in Calabria si realizza un accordo di questa portata.

Centrodestra e campo largo di centrosinistra: sfida tra due cosentini

Anche se in corsa c’è anche Francesco Toscano, avvocato, giornalista originario di Gioia Tauro e presidente nazionale di Democrazia Sovrana e Popolare (Dsp), il movimento politico fondato insieme a Marco Rizzo, se guardiamo ai due favoriti al nastro di partenza dei due schieramenti, centrodestra e centrosinistra, possiamo affermare che, per la prima volta nella storia del regionalismo calabrese, due cosentini sono stati designati come candidati alla presidenza della Regione.  Un evento storico e singolare, che riporta la realtà politica cosentina al centro dell’attenzione nazionale. Entrambi si contenderanno la vittoria finale alle elezioni amministrative del 5-6 ottobre prossimi.

Questa scelta eviterà i soliti campanilismi che hanno sempre caratterizzato le competizioni del passato. La provincia di Cosenza, in questa tornata elettorale, avrà l’onore della centralità politica in Calabria. Un’occasione che produrrà effetti positivi sulla partecipazione al voto, stimolando i cittadini a una maggiore adesione e condivisione. L’effetto sarà, con ogni probabilità, un’affluenza più alta, sia nelle città sia nei comuni della provincia. Le altre province saranno decisive per il risultato finale, ma per contare di più dovranno convincere gli elettori a partecipare in massa. Questo porterà, innanzitutto, a premiare la migliore proposta programmatica, sostenuta dai candidati più credibili e meritevoli.

Da un lato Roberto Occhiuto, dall’altro Pasquale Tridico. Al momento, Occhiuto si accredita di aver fatto una mossa vincente ed è convinto di aver messo fuori gioco gli avversari e la magistratura, con la pretesa di affermare che saranno i calabresi a decidere, e non altri. È convinto di non aver sbagliato alcuna mossa. Tridico, arrivato in “zona Cesarini”, dovrà mettere in campo tutte le sue capacità ed esperienze al servizio dei calabresi.

Il terzo incomodo resta la magistratura calabrese e le sue recenti iniziative nei confronti del presidente uscente e dei suoi dirigenti nei vari settori e dipartimenti della Regione. Sulla sanità, ne vedremo delle belle. Non c’è dubbio che tutto ciò peserà durante la competizione. Ma con le elezioni in corso, la magistratura si fermerà per poi riprendere dopo il voto? Non è facile rispondere. Certo, non si può pretendere che la magistratura agisca in base alle convenienze di questa o quella parte politica. Essa deve poter lavorare liberamente, senza cadere nelle sfide e nei condizionamenti di nessuno. Solo così potrà difendere anche la propria autonomia.

La chiarezza aiuta il buon senso. La credibilità si rafforza nell’equilibrio delle azioni, quando queste incidono con giusta ragione e obiettività. Soprattutto se l’inerzia cozza con il dopo, a risultati elettorali acquisiti. Anche perché, se le decisioni venissero prese solo dopo il voto, si farebbe un danno serio ai calabresi e alla Calabria. L’unica strada resta quella di fare chiarezza subito, prima delle elezioni. La domanda più ricorrente tra la gente, infatti, è questa: vedremo!

Pino Tursi Prato

Mancano pochi giorni alla presentazione delle liste. Con l’inizio dei comizi elettorali si aprirà ufficialmente la campagna. Un appunto va fatto ai due candidati: il vostro impegno deve essere rispettoso della storia della Calabria e di quanti, in passato, hanno dato lustro alla regione, contribuendo a renderla una realtà avanzata, con uno sviluppo tangibile e reale. I traguardi raggiunti in molti settori, dai trasporti alle infrastrutture, dalla scuola all’università, dagli ospedali periferici a quelli delle aree urbane, hanno ridotto l’emigrazione e consentito a giovani, lavoratori e professionisti di rimanere in Calabria.

Non siete voi, in primis, “gli eroi” dello sviluppo: sarete giudicati se riuscirete a valorizzare il passato e soprattutto a programmare il futuro. E lo dovrete fare utilizzando le risorse come ricaduta sul territorio, non disperdendole con la politica degli incarichi o degli studi di fattibilità. Lo sperpero di denaro è stato la vera questione morale degli ultimi anni, non uno slogan contro il passato e i suoi traguardi.

Se i calabresi devono andare a votare, dovete essere seri: prima con voi stessi e poi con la vostra coscienza. La Calabria non ha bisogno di prime donne, ma di persone serie, affidabili e umili, al servizio dei cittadini e della gente di Calabria.

 

Exit mobile version