ACRI (CS) – Un microstudio territoriale tra Luzzi, Bisignano e Acri avrebbe dovuto indagare sull’incidenza dei tumori ambientali con una convenzione con l’Università della Calabria avviata lo scorso anno, per raccogliere una banca dati sanitaria. Ma purtroppo “da quel convegno in poi non si è fatto più nulla, nemmeno la cifra pattuita per la ricerca è stata versata“, ci spiega Pietro Iaquinta, docente presso il dipartimento di Economia, Finanza e Statistica dell’Unical.
Sono anni che l’area dei comuni dell’hinterland cosentino registra un significativo aumento di patologie oncologiche. Inoltre, da diverso tempo ci giungono svariate segnalazioni in redazione sulla presenza incisiva di malati oncologici in quell’area. La certezza di un’ascesa di patologie neoplastiche, però, la può dare solo uno studio approfondito e una banca dati, che al momento non c’è.
“Attendevamo che i Comuni indicessero una riunione con i medici di famiglia, per acquisire una banca dati, ma da allora non è mai successo“, spiega il prof. Iaquinta che ci mostra le carte della convenzione, per cui ogni Comune coinvolto nel progetto avrebbe dovuto versare una cifra di 4mila euro. “Ma i soldi non sono mai arrivati e la ricerca nel nostro dipartimento non è mai partita”, precisa il docente di Economia dell’ateneo cosentino.
Intanto pare che Il registro dei tumori calabrese non sia mai stato pubblicato per il costo eccessivo che si aggira intorno agli 800mila euro.
Abbiamo contattato i sindaci dei territori coinvolti nel progetto.
Tumori a Luzzi, avviata una prima indagine comunale
Il sindaco di Luzzi Umberto Federico, ci dice che sono in attesa di avviare il secondo step dell’indagine sull’incidenza dei tumori ambientali e che la riunione con i medici di famiglia non è stata ancora indetta a causa di impegni comunali e di rendicontazioni di bilancio che hanno impegnato l’Amministrazione. “Ma – assicura il sindaco – c’è stata una prima indagine sull’incidenza dei tumori che abbiamo raccolto in un volume e siamo disponibili a condividere. A breve contatteremo il prof Iaquinta per proseguire lo studio”.
Dal Report su uno studio parziale delle neoplasie a Luzzi del 23 aprile 2022 si evince che su una Popolazione M=1,52% F=1,78% (con 154 pazienti posti sotto osservazione) si registra un 20,1% di donne che soffrono di un tumore alla mammella e il 14,3% di uomini con tumore alla prostata. Purtroppo, allo stato attuale, non è possibile effettuare una comparazione per estrapolare l’incidenza tumorale non avendo dati precedenti, ma è possibile solo mettere in risalto i dati più rilevanti.
Acri, tumori al seno di poco sopra la media nazionale
Da qualche anno, circa dal 2009, sono diverse le segnalazioni sull’aumento dei tumori ad Acri. Per il sindaco Pino Capalbo però, sono semplicemente “voci che girano da anni” e “non c’è nessun allarmismo”. “Acri non è una zona a vocazione industriale dunque il diffondersi dei tumori è legato ad uno stile di vita scorretto dei cittadini”, precisa Capalbo. “Siamo costantemente in contatto con i medici di famiglia e lo studio sull’incidenza dei tumori ambientali sta andando avanti”.
Dai dati sanitari trasmessi alla nostra redazione dal sindaco Capalbo, viene registrato un lieve aumento di tumori al seno e al colon retto rispetto alla media regionale e l’aumento sull’incidenza delle neoplasie al seno, di poco sopra la media a livello nazionale. “Con le altre neoplasie però, ci tiene a precisare il primo cittadino del comune montano cosentino – siamo sotto la media nazionale”.
Bisignano: “medici di base non collaborativi”
Bisignano, invece, è l’unico Comune a non essere riuscito a raccogliere dati sanitari per formulare un report sulle neoplasie. Il sindaco Francesco Fucile, che non riusciamo a raggiungere telefonicamente, ci risponde tramite messaggi e ci spiega che “i medici di base non stanno collaborando molto nel dare i dati in loro possesso”, per cui la ricerca è ferma al palo ma spera che “entro questo anno” si possa concludere.
Insomma, tra impegni comunali, e medici di famiglia poco collaborativi, constatiamo che purtroppo lo studio passa in sordina e rimane fermo al palo. L’Università della Calabria, al momento, non può procedere con la ricerca sulle neoplasie non avendo i fondi necessari. A nostro avviso, la questione sulle neoplasie andrebbe approfondita con una certa urgenza, alla luce di quello che pare sia un probile aumento su questi territori. Non avendo una ricerca con dati effettivi, ma solo segnalazioni e dati parziali, non possiamo far altro che sperare in un’accelerazione dell’iter burocratico che porti a delle specifiche utili a fare luce su una situazione che volenti o nolenti esiste.
